Ci sono dischi e dischi, e se siete su DeBaser lo sapete già. Ci sono generi e generi di musica, e pure questo lo sapete già. Quello che forse non sapete (ma se siete in questa derecensione con buona probabilità sapete pure quello) è lo stoner dei Goatsnake.

Parafrasando un noto caso umano debaseriota, cos'è lo stoner? Prendete una buona manciata di sano rock, hard che sia, una mestolata di blues, un po' di rabbia e tanta stanchezza di vivere, mescolate bene e... buttate via tutto. Lo stoner non si definisce, si vive.
E in particolare lo stoner dei Goatsnake. Sono volti madidi di sudore in un'estate afosa e polverosa di fatica, incessanti lavoratori del nulla.

Questo "Flower of Disease", fiore della malattia, riesce in uno dei compiti in assoluto più difficili: svuoate completamente la mente di chi l'ascolta. La voce di Stahl (complici alcuni delay ben piazzati) è a dir poco ipnotica, trascinante, dipinge in raffinati gorgheggi tutto quello che abbiamo vissuto, mantenendo oltretutto un costante tono beffardo.
Perchè i Goatsnake son fatti così, ti sbattono in faccia un riff monolitico che ti rapisce e porta via verso vortici di astrazione sempre più distanti,sempre più lontani...e senza accorgertene questo disco è entrato sottopelle, cesellato e subdolo lavoro ammaliatore dall'ossimorico titolo.

Forse più oscuro del precedente album, "I", "Flower Of Disease", rappresenta, a mio modesto parere, il punto più alto toccato dai Goatsnake. La componente doom è infatti maggiormente enfatizzata, e non sono pochi i richiami ai Black Sabbath (armonica su tutte). I nostri sono riusciti (ancora una volta,aggiungerei) in un perfetto lavoro di coesione stilistica che lascia atterrito l'ascoltatore, al quale veramente non rimane altro che il deserto in mente.

Sprecare ulteriori parole è inutile, in fondo è tutta cosa che sapete già. E che avete già vissuto. Solo che ancora non lo sapete.

Watering this flower of disease...

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