Questo è il quinto album della band metal di Boston, che prende il suo nome dall’omonima canzone degli Alice In Chains. Questo lavoro, riprende la strada interrotta, dopo “Faceless”, dall’album “The Other Side”, caratterizzato da una raccolta di pezzi acustici che vedono l’interpretazione di cinque brani inediti e due interpretazioni di vecchie tracce. Quindi il sound torna ad essere potente, anche se meno “metallico” ed incisivo di "Faceless".

La prima traccia “Livin’ In A Sin” risulta essere lenta e quasi noiosa ma presenta ottimi episodi strumentali, con riff duri ed assoli decisi di chitarra che accompagnano la solita voce cupa ma graffiante di Sully Erna. Poi “Speak” il primo singolo tratto dal cd, che ripropone le sonorità tipiche di Erna e compagni, con chitarre cattive quanto basta, sui ritornelli e sul cantato aggressivo. Fa il verso alla precedente traccia “The Enemy”, che trasmette la stessa aggressività, anche se siamo lontani da episodi come “Straight Out Of Line” (primo singolo dell’album 'Faceless'), che a mio avviso resta, tra più recenti, uno dei pezzi più cattivi e d’effetto. Segue “Shine Down” che si apre su note quasi country, per sfociare in un sound alla “Metallica”, con sonorità comunque meno potenti rispetto a quelle dei pezzi precedenti.“ Hollow” è una splendida ballad, la bella e cupa voce di Erna si intreccia con quella di Lisa Guyer, voce blues della Lisa Guyer Band. Molto malinconica e riflessiva, impreziosita dalla bellezza del testo: "Once upon a time in broken dreams Reflection's that I can't face So hold your breath and make a wish for me Take me to a better place Time always seems to be passing by It never waits for me If I could do it all one more time I wouldn't change a thing I feel so hollow"

Seguono “No rest for the wicked” e “Bleeding Me”, accomunate entrambe da un carattere più rock che metal ma comunque dal sound incisivo ed orecchiabile. Comunque a questo punto ci si rende già conto del cambiamento di rotta nel sound, rispetto ai precedenti lavori (ad esclusione di “The Other Side”). Lo testimonia anche la successiva “Vodoo Too”, a mio avviso il pezzo peggiore dell’album, anche se può esserne apprezzato il pezzo solista di Tony Rombola, ottimo esecutore di note però qui troppo blande a mio avviso. La bella scossa che si attendeva e che ci riporta in parte ai fasti del passato è data da “Temptation”, che si apre in modo violento con riff potenti che preannunciano il canto ruggente di Erna, che ricorda a tratti “I Stand Alone”. Penultima traccia “Mama”, abbastanza apprezzabile, ottime chitarre ma sound un pò monotono come il testo in sè. Il lavoro si chiude “sotto la pioggia” con “One Rainy Day”, caratterizzata da un ritmo molto lento e voce cupa e “trascinata”. Pezzo alquanto anonimo ad a mio avviso noioso.

In conclusione credo che questo ultimo lavoro non sia all’altezza dei precedenti, sicuramente dopo l’episodio “The Other Side” qualcosa è cambiato ma già la scelta di concepire a metà strada un album completamente acustico (peraltro molto apprezzabile), al sottoscritto aveva dato qualche segnale. Questo “IV” infatti, conferma un ulteriore parziale allontanamento dal carattere Metal della band, che, escludendo qualche canzone, si dirige più verso scelte rock, che spesso sfociano in soluzioni molto noiose e ripetitive. Magari molti non saranno d’accordo con me ma credo che siamo molto lontani dai tempi di “Awake” e “Faceless” e probabilmente non si tornerà indietro.

Peccato, speravo in qualcosa di meglio, anche se il cd nel complesso ottiene la sufficienza.

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