Narra la storia che nel 1847 un giovanissimo (appena ventenne) Goffredo Mameli, scrisse in pieno fervore patriottico le parole di questa che da molti sarà considerata una semplice "marcetta".

Musicata qualche mese dopo da un'altro genovese Michele Novaro, diventerà l'inno nazionale della Repubblica Italiana solo nel 1946. Ora, gli Inglesi hanno "God Save The Queen", i Francesi "La Marsigliese", gli Americani "Star Spangled Banner" ed i Tedeschi la sempre modesta "Deutschland Uber Alles"... e la battaglia sembra persa in partenza!

Basta gettare un occhio alle parole per notare un testo che definire arcaico è poco, in un italiano che sembra un "cut up" degno del miglior Paolo Conte, con una melodia semplice, incisiva ma non scontata facendo sì che anche a distanza di anni questo brano-monumento venisse cantato con lo stesso fervore (magari col petto in fuori come Cannavaro) con cui era stato scritto.

Per tutti quelli che un mese fa dicevano "Lippi non è il mio allenatore", oppure "questa Nazionale non mi rappresenta", e poi si sono ritrovati a cantarlo per 7 volte sempre più fieri ed orgogliosi di battere sul campo e fuori tutti quelli che ci avevano bollato come un popolo di mafiosi e disonesti.
Niente Campi Elisi stavolta, tutto spento. La sconfitta brucia ed i "colpi di testa" caro Zizou si pagano cari a volte...

A proposito: caro Blatter tu che parli di sportività e trasparenza, ma perchè non c'eri al momento della premiazione?.... BACK ON TOP!

Dedicata alla poppante ed alle sue trecce sbarazzine!

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