Gogmagog. Il metallaro medio, al sentire questo nome, si arrovella nel vano tentativo di ricordarsi qualcosa. Gogmagog è un nome sconosciuto, non è colpa sua. Se il metallaro medio però sente "Paul Di'Anno" rizza subito le orecchie. E' proprio questo il vero problema dei Gomagog: non aver avuto la fortuna di andare oltre al primo ep di tre canzoni e venire quindi costretti a rimanere nell'oblio; il che è un vero peccato, perchè si trattava di una formazione di tutto rispetto: Paul DiAnno, il primo leggendario cantante dei Maiden, Clive Burr, batterista di "The Number of the Beast", Janick Gers, oggi anche lui nella Vergine di Ferro, Neil Murray, poi nei Black Sabbath, Pete Willis, dei Def Leppard.

Una formazione di tutto rispetto, che effettivamente ci regala alcune buone song. "I Will Be There" ha un che di Maideniano, testo più o meno romantico (DiAnno che canta una canzone d'amore? scherziamo?!) e musicalmente discreta, "Living In a Fucking Time Warp" è invece più cattiva, con Paul che davvero si può scatenare. Da notare come all'epoca le sue doti canore fossero ancora quelle, eccellenti, di "Killers". Chiude il disco "It's Illegal, It's Immoral, It's Unhealty, But Is Fun", un gradino sotto le altre due, è una canzone più rockeggiante e leggera, evidentemente pensata per scatenare le folle in eventuali live col suo ritornello scellerato ed easy. In sintesi tre pezzi tendenti all'hard rock

che ci fanno compiangere le scarse vendite del disco, una vera gemma dimenticata, e il conseguente scioglimento del gruppo; per quello che mi riguarda il mio più grande dispiacere è sapere che questa sarà l'ultima grande apparizione di DiAnno, singer eccellente che ha sprecato le sue doti ma che all'epoca poteva ancora dare molto.

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