Gli olandesi Golden Earring furono fondati a Den Haag (L'Aia) dal chitarrista George Kooymans ce dal bassista Rinus Gerritsen nel 1961, con il nome di Golden Earrings, con la ‘s' finale, poi abbandonata dal 1970. L'esordio discografico è datato 1965, grazie ad un singolo di successo, "Please Go".

Nel 1968 entra a far parte del gruppo l'eclettico Barry Hay, un buon chitarrista ritmico, ma soprattutto cantante e flautista, che porterà alla band una forte influenza in stile Jethro Tull, fino all'album "Eight Miles High" del 1969, che spiana loro la strada in modo definitivo verso il grande pubblico, grazie alla cover/suite di ben 19 minuti del brano omonimo dei Byrds. Cominciano le grandi tournee, ove arrivano a suonare come gruppo di spalla per band come Santana, The Doobie Brothers, Rush e 38 Special. Da qui quindi la graduale virata verso parametri più Hardrock (il flauto viene pian piano abbandonato), attraverso tre ottimi album ("Golden Earring", "Seven Tears", "Together") per poi giungere all'apice del loro successo con l'album "Moontan". Siamo nel 1973.

Con il batterista Cesar Zuiderwijk ed ospiti come il virtuoso chitarrista blues Eelco Gelling dai Cuby & the Blizzards e il sassofonista Bertus Borgers, i Golden Earring sono stati in grado di comporre il singolo di maggior successo della band. Questo album è difatti divenuto famoso soprattutto perché contiene il più grande successo che una band olandese sia mai riuscita a realizzare a livello mondiale: "Radar Love", numero 1 in classifica in Olanda per ben 14 settimane, numero 7 nelle charts inglesi, numero 13 in quelle americane, guadagnandosi un posto fra le Billboard Hot 100, ed entrando anche prepotentemente nelle top ten belga e tedesca. Ascoltando "Radar Love" si può facilmente intuire perché sia stata tanto apprezzata: contiene tutti gli ingredienti necessari per il successo, come il sound orientato alla radio, una buona dose di groove, un riff carico di ritmo e non ultime le lyrics (basate sulle parole di "Comin' On Strong" di Brenda Lee), che l'hanno resa a detta di molti la miglior ‘car song' o ‘driving song' di tutti i tempi. Non da ultimo, troviamo un buon intermezzino di chitarra accompagnata dai fiati dopo lo stacco di batteria. La canzone è stata anche "coverizzata" parecchie volte da altri artisti (circa 300, fra i quali U2, White Lion, R.E.M. e Bryan Adams) e compare anche un paio di volte in qualche episodio dei Simpson. Direi che come biglietto da visita per questo album non è affatto male: si può anzi con certezza affermare che il singolo ricavato in seguito sia divenuto più famoso dell'album stesso.

Anche il resto dell'album è comunque di prim'ordine: "Candy's Going Bad", in stile Rolling Stones, piace e convince. Era l'altro singolo del disco, ma, come spesso accadeva, ebbe meno fortuna di Radar Love, approdando soltanto al numero 91. "Are You Receiving Me", con i suoi nove e rotti minuti di durata, coinvolge con il riff semplice e diretto e una parte di basso centrale che si risolve in un crescendo. "Suzy Lunacy (Mental Rock)" è molto blueseggiante, sin dal riff acustico iniziale. Molta influenza dei Rolling Stones anche in "Just Like Vince Taylor", con la voce di Barry Hay impostata molto alla Mick Jagger. Altra lunga composizione è la finale "Vanilla Queen", dalle atmosfere un più elaborate, con tanto di sintetizzatori psichedelici suonati dal bassista Rinus Gerritsen a fare da contorno alle chitarre di Kooymans. Barry Hay è grandioso per tutta la durata del disco, con prestazioni vocali davvero sontuose.

"Moontan" rende i Golden Earring un fenomeno internazionale, mondiale, globale. Inutile dire che la provocatoria copertina, ritraente una donna completamente nuda con le parti intime dipinte di blu, fu sostituita nei bigotti Stati Uniti da una foto in bianco e nero di un orecchio adornato da un'enorme orecchino dorato. Oltre a questo, la versione americana non contiene "Candy's Going Bad" e "Suzy Lunacy (Mental Rock)", sostituite dal buon brano "Big Tree, Blue Sea" dall'album omonimo del 1970. Questo fece infuriare non poco la band, ma fu un sacrifico che portò ad ottimi frutti: 13 tournè da headliner negli States, con gruppi di spalla come Kiss ed Aerosmith. Davvero niente male per una band proveniente da uno Stato piccolo e purtroppo troppo spesso ignorato come l'Olanda!

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