In genere quando ordino una pizza, raramente scelgo il calzone. E' una pizza stupida che poco si adatta al mio essere goloso (solitamente mi lascio il boccone migliore per ultimo, per tenermi il buon gusto in bocca). La devi cominciare da una delle due "punte" dove c'è solo la pasta della pizza scondita. Poi, quando arrivi al centro gli ingredianti trabordano e te li gusti tutti mescolati malamente insieme. Quando poi arrivi in fondo ti tocca di nuovo la crosta, lasciandoti la bocca secca e togliendoti il ricordo della pizza che hai mangiato. Poi sbirci nel piatto del vicino e capisci che avresti preferito una pizza normale con le melanzane...
Questo disco è proprio così, come un calzone. Inizia malissimo che maledici il giorno in cui l'hai comprato e quando lo finisci avresti preferito ascoltare qualsiasi altra cosa.
Lo stesso effetto "calzone" lo troviamo nelle canzoni: cominciano con dei campionamenti che sembrano messi li a casaccio; poi, una volta inseriti tutti i suoni la canzone si fa estremamente armonica e si gusta il brano che poi finisce quasi sempre in maniera banale e scontata.
Alison Goldfrapp canta come Sarah Cracknell dei Saint Etienne e Will Gregory (che si occupa della musica) ha evidentemente ascoltato in passato cose varie scomodando alcuni suoni dei Kraftwerk, su basi ritmiche regolari arricchite da suoni che ricordano il pop francese tipo Daft Punk o gli Air. Il tutto però è molto ... slavato, forse privo di personalità. La canzone che da il titolo al disco, ad esempio, nella sua parte centrale è davvero sopraffine, con la vocalist che sensulamente ripete il ritornello e alle sue spalle la macchina sonora suscita cluastrofobia, tanto che quando il pezzo finisce si avverte un certo senso di liberazione.
Alcune cose mi ricordano (perdonatemi la bestemmia) i Portishead come la traccia 4, "Tiptoe", così come bella è la 6, "Hairy trees" dal senso densamente post industriale. Le cose migliori le trovate al centro del disco. Poi "Strict Machine" scomoda Moroder o Donna Summer ed il disco si spegne con la penultima "Forever" languidamente inutile e la instrumentale "Slippage".
Attenzione però a non fermarsi al primo ascolto: alcuni suoni si notano solo dopo la seconda o terza tornata. Insomma migliora man mano che ci si abitua all'effetto di cui sopra.
Non so voi, ma io ho voglia di una bistecca alla fiorentina...
Insipido.
P.S.: merita davvero di essere visto il sito del gruppo che è SPETTACOLARE. Forse uno dei siti più belli in assoluto. Andateci subitooooo!!!
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