Sono i primi di settembre dell'anno scorso quando la signorina Alison torna a trovarci per la terza volta, rimettendoci l'ultimo tassello della sua ascendente parabola verso il mainstream. Coloro che erano rimasti delusi dalla svolta decisamente electro-pop del precedente "Black Cherry" rischiano questa volta di rimanere del tutto spiazzati; nessuna marcia indietro su quanto è stato, anzi, la strada su cui la bella sembra essersi incamminata è sempre più quella dei glam club anni '80, ragion per cui tutto si risolve al solito bivio: si odia o si ama.

Dimenticate i paesaggi incantati e cinematici di "Felt Mountain", al primo impatto qui tutto pare più gelido e distaccato; sostenute da basi electroclash e trip-hop, le medodie vengono sommerse da filtri e sintetizzatori sino a ricreare un'atmosfera viva e sensuale che, complice la voce di Alison, si fa sempre più sexy e aggressiva. C'è qualcosa di meccanico nei richiami al sesso e alla trasgressione che si ripresentano puntualmente... il porno chic del singolo "Ride A White Horse" (una metafora di facile interpretazione), il motivetto lussurioso ed ipnotico di "Oh La La", o il kitch glam di "Lovely 2 C U". Persino le splendide atmosfere di "Time Out From The World" e "Let It Take You", nel tentativo (riuscito) di farci planare sopra questo mondo patinato e scintillante, non sfuggono a qualche parentesi ammiccante ("I want to feel you here").

Con "You Never Know", invece, Goldfrapp ci riporta indietro ai tempi del primo lavoro regalandoci il momento più alto dell'album: la sua voce raggiunge picchi davvero notevoli, miscelando una malinconia misteriosa ed un'esaltazione mistica non priva di toccante femminilità. Seguono tracce come "Satic Chic"(sicuramente pensata per un duetto), la romantica "Fly Me Away", la fremente "Koko", e gl'inni electro "Number 1" e "Slide In".

L'avrete capito, salvo qualche eccezione si naviga in un mare di elettronica decisamente accattivante ed intrigante, certamente molto revival e parecchio influenzata dal pop, ma anche discretamente originale visti i tempi che corrono (house e techno dominano più o meno il settore elettronica "seria"), e capace di catturarvi anche se non vi siete mai considerati estimatori del glam.

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