"Saturno Ritorna".

 

E' cosi' che si intitola il secondo album di quell' omone palestrato dai denti d'oro di Goldie, un uomo che con un solo LP ha segnato il destino della drum & bass. Vi risparmio altre note biografiche sull'autore, se volete scoprirle andatevi a leggere l'ottima de-recensione di ZiOn sul suo precedente album, "Timeless".

Io invece sono qui per parlarvi della sua seconda (e finora ultima) fatica, uscita nel 1998 sotto la mitica etichetta Metalheadz.

 

Dopo "Timeless", forte del successo riscontrato, Goldie decide di sbattersi come un dannato per creare 2 ore e passa di musica. Il disco che quindi ci mette sotto mano è a dir poco monumentale. Esso è diviso in 2 CD, il primo denominato "Mother", il secondo "Saturn".

Ora bisogna fare un discorso a parte per la prima traccia, chiamata appunto "Mother", il primo, unico (e speriamo ultimo) tentativo di creare una suite dnb-orchestrale. Il pezzo in questione dura 1.00.19 (no, non 1 minuto e 19 centesimi, ma UN'ORA E 19 SECONDI). Da qui si può immaginare quanto le intenzioni di Goldie siano quelle di creare qualcosa di indimenticabile, qualcosa che rimanga impresso nella mente di tutti. Il pezzo inizia col silenzio, poi entrano degli archi realizzati da una vera orchestra, una voce di donna che emette vocalizzi stranianti, violini e la voce stessa di Goldie che grida "mother". Tutto questo (e sempre con lo stesso riff!!) per i primi 20 minuti. Poi piano piano entra in azione l'hi-hat e gradualmente il pezzo viene infettato dalla D'n'B, fino ad esplodere per 10 minuti e poi implodere, per poi di nuovo trastullarsi con archi e vocalizzi infiniti per altri 30 minuti.

Bello.

 

Il fatto è che il pezzo è incredibilmente palloso. E anche quando entra il groove che dovrebbe spaccare si ha la sensazione di presa per il culo, visto che non è niente di eccezionale e che molti altri, prendiamo un Dillinja o un Photek, saprebbero fare 10 volte meglio.

 

Inizio a pensare che Goldie, forte dei consensi ricevuti, abbia voluto realizzare un 'opera dove il concept dominante non è quello di creare un pezzo poetico, emozionale per sua madre o per chi voglia lui, ma semplicemente abbia avuto una mera voglia di strafare. C'era proprio bisogno di creare un pezzo cosi' lungo?? A mio parere avrebbe avuto lo stesso identico impatto se fosse durato 8 minuti. Andiamo sul fronte "indimenticabile"?? Anche qui posso dire che l'obiettivo è fallito miseramente.

 

Oltre "Mother" nel primo CD è presente un altra canzone, di 14 minuti (aridaje...), intitolata "Truth", che segna la collaborazione del nostro con il "Sir duca bianco" David Bowie. che consiste in un pad infinito con lo stentato cantato del suddetto che poi muta in un antro buio inframezzato da respiri e poche note al pianoforte. Un pezzo d'atmosfera che mi ha curato definitivamente l'insonnia.

Mi sveglio. Ascoltiamo il secondo CD va'....

 

"Temper Temper". Che forte, c'è Noel Gallagher, quello degli Oasis!!!

Non ho mai sentito una cagata simile in vita mia. Non è ne dnb né rock... è solo una roba allucinante totalmente priva di senso tutta intrisa di urla che "Come To Daddy" al confronto diventa musica celestiale. Vi risparmio altri commenti su questo secondo CD, visto che il sospetto che la voglia di strafare pervada tutti e due i dischi ormai è fondato. Anche i restanti pezzi sono di una pallosità incredibile, "Digital" sembra un pezzo di Roni Size buttato nel cestino. Abbiamo poi altri esperimenti di pezzi piu' d'atmosfera e altri più tirati, ma si salvano solo "I'll Be There For You", "Chico/Death Of A Rockstar" e "Crystal Clear".

Dopo l'ascolto i miei attributi sono diventati delle stesse dimensioni dei due CD.

 

Ormai anche questa recensione è diventata pallosa.

 

Per tutti quelli che hanno avuto la pazienza di leggere fino a qui, un ultimo consiglio: andatevi a procurare "Timeless" che è meglio.

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