Sono solo canzonette, ma in fondo la leggerezza è, a suo modo, un’arte.
Sembra averlo capito bene Paulo Gouveia, in arte Gomo, che già dal titolo del suo album d’esordio, “Best Of Gomo”, fa capire di non volersi prendere troppo sul serio. Che poi a voler essere precisi questo album d’esordio dell’artista portoghese è in effetti una raccolta di brani. Canzoni con cui il nostro, fin dal 2001, spopola in patria. Le meritorie Santoria ed Homesleep (etichetta a cui già dobbiamo Yuppie Flu e Julie’s Haircut) provano ora ad esportare questo fenomeno della scena indipendente fuori dai confini del Portogallo.
Vale forse la pena sgomberare subito il campo dai paragoni fuori luogo, che sono stati talvolta tirati in ballo per questo musicista. Beck o i Belle & Sebastian stanno da un’altra parte. Gomo dal canto suo si limita a far musica senza strafare; chitarre, tastiere, basso, batteria. Il massimo dell’elettronica è la cara vecchia drum machine.
Il risultato è discretamente disomogeneo, e, bisogna ammetterlo, straordinariamente accattivante.
L’album si apre con le due “hits”, “Feeling Alive” e “I Wonder” i cui videoclip, decisamente divertenti, sono forse più popolari delle canzoni stesse (se ve li siete persi li trovate su YouTube). Se la prima è puro pop danzereccio da festa di compleanno (ma che male c’è?), la seconda lascia invece il segno e ricorda certi pezzi dei Blur del periodo d’oro.
Ma questo non è che l’antipasto, perché poi Gomo vi sorprenderà con la malinconia sussurrata di “Santa’s Depression”, per poi passare a filastrocche scanzonate ultra-orecchiabili come “Proud to Be Bald”, quindi si tufferà in piena new wave anni ’80 con “November 6th”, per chiudere con una dolce ballata in stile alt-folk, “You Might Ask”, che sembra di ascoltare gli Yo La Tengo.
Insomma di tutto di più. Non mancano i momenti discutibili,come quando, per esempio, in “Army Slave” fa il verso al primo Beck, lasciando il tempo che trova. Ma anche le sbavature serviranno a rendervi questo disco simpatico.
E alla fine, nonostante la libreria del vostro iPod sia un compendio dei maggiori capolavori della musica contemporanea, nella playlist dei più ascoltati Gomo comparirà con diverse entrate, lasciando a zero Radiohead e Björk. Come è possibile? In fondo non l’avete ascoltato così spesso. O sì?
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