Bè... eccoci davanti all'ultimo capitolo della band di Santa Cruz. E' di fondamentale importanza cominciare ricordando che dietro le pelli torna il mitico (per me, s'intende) Sean Sellers, che aveva lasciato il gruppo dopo l'altrettanto mitico "Operation Phoenix", probabilmente loro miglior disco, sicuramente quello più "hardcore".
Dopo questa doverosa premessa è giusto dire che i nostri hanno sfornato un altro gran disco, a metà tra un hardcore tirato e cazzuto e un hardcore melodico e allegro (anche se in realtà, non è mai proprio così), dove riff veramente potenti si mescolano con sonorità new school melodiche, in alcuni tratti alla No Use For A Name degli ultimi tempi, ma fortunatamente sono pochi.

Andando nello specifico, si parte con un bel pezzo, tiratissimo, "Out Of Mind" che rimanda agli ultimi Pennywise, un altro dei miei gruppi preferiti, quindi non può che farmi piacere, per procedere con un pezzo mid-tempo "Texas" che risulta carino, ma niente di trascendentale, comunque alla Good Riddance.
"Shame" sembra uscito direttamente da "Symptoms Of A Leveling Spirit" ed è un pezzo che a me piace molto, anche se prediligo pezzi più aggressivi; proseguiamo con "Tell Me Why" il cui ritornello sembra essere stato scritto dai Bad Religion il tutto ad un ritmo forsennato che tiene senza fiato fino alla fine.
Arriviamo forse al miglior pezzo del disco, "Torches And Tragedies", che parte come un razzo, prosegue come un razzo e finisce dritto dritto nello stomaco di chi ascolta, il tutto con grande aggressività... hardcore  puro, veramente bello. "Darkest Days" ha una bella melodia a metà tra il dark e il malinconico... buon pezzo.
"Up To You" prosegue sulla falsa riga di "Torchies And Tragedies" e cioè incazzata un bel po' per poi tornare con "Regret" allo stile di "Symptoms Of A Leveling Spirit" con una gran bella melodia tirata. Arriviamo a "Boise" che per quanto mi riguarda è forse il punto più basso dell'album, con il suo incedere altalenante che non riesce a prendermi mai pienamente, tutto troppo scontato e già sentito;"Rise And Fall" invece è il pezzo secondo me più creativo col suo cambio di ritmo... sembrano quasi due pezzi distinti uniti insieme... molto bello.
"Broken" è un classico hardcore melodico, come si usa dire, alla Nofx o forse in questo caso è meglio dire alla No Use For A Name ultimo periodo; "Save The Children" e "This Beast Is Dangerous" sono due pezzi dall'andamento differente, ma comunque si possono catalogare nei classici dei Good Riddance; niente di nuovo, ma comunque eccellenti.
Si conclude con "Uniform", non eccezionale, una buona song, ma si poteva sicuramente chiudere in maniera più esplosiva... comunque va bene così.

In conclusione, si può dire che abbiamo di fronte un ottimo disco, anche se devo dire che la voce di Russ è più "addolcita", o forse più curata, rispetto al passato e questo toglie un po' di grinta al suono generale. I testi, come ormai ci hanno abituato, sono in maggioranza incentrati su temi politico-sociali, il che per molti è un peso, ma non per me.

Ho letto da qualche parte che questo è forse il loro peggior disco; per me non lo è, in ogni caso auguro ad ogni gruppo di fare "il loro peggior disco" di questa levatura... aù!!

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