"Vorremmo ringraziare coloro che ci odiavano per aver tenuto acceso il fuoco, grazie a chi ci ha amato per aver tenuto vivo il bisogno di essere caldi, ma la maggior parte dei nostri ringraziamenti va alle nostre famiglie che si sono assicurate che non ci bruciassimo".

La dedica di Frankie Stroo (guitar), Marij Hel (bass), Joes Bently (guitar), Danny Arnold (drums), confonde dove si andrà a parare, chiamando all'azione chi sa e imbastendo labirinti per chi si accinge a percorrere per la prima volta la strada dell'abbandono.

E non da meno ambigua è la nota dei produttori, Theo Van Eenbergen - Steve Albini - Gore, nel puntualizzare che: "L'intero album, nella sua completezza, è stato realizzato da una visione puramente positiva della vita. Questo in senso sia spirituale che fisico. Quindi è possibile utilizzare questo album solo in modo positivo. Questo approccio puramente positivo viene filtrato da una base puramente negativa. Il negativismo positivo: costruire dal distruggere, distruggere dal costruire"... Ergo trasformare lo stato di oscurità in cui ci troviamo in una "bella" tintarella senza l'inganno di usare creme protettive.

La superba brutalità del percorso musicale si dipana su una sinusoide con un'ampiezza che indica l'intensità della vita terrena (in basso) e della vita dell'aldilà (in alto), che scandisce un ritmo definitivo di una vibrazione che consente di "vivere" sulla verticale dove tutto è permesso. E dove c'è Luce, c'è chaos divino.

Certo è tutto meno che rassicurante la foto dei quattro protagonisti che dà l'impressione, con quell'arcangelo lampo sornione nello sguardo, di avere davanti umani non terrestri. Ma, come l'invito ad inoltrarsi nel fosco bosco della copertina, tutto il concept è disturbante, al limite di un'inquietudine costante, retroattiva per giunta. E la musica, con la sua presenza mastodontica, ti sta sempre addosso con arie di una barbarie psichica generata dagli scontri per la preservazione o mutamento dell'armonia universale.

E bisogna dire che quando ci sono questi duelli non è che ci si mette a suonare i violini, il clangore magnetico è consono con l'energia messa sul campo dai contendenti. E perciò bisogna mettere nell'inaspettato che una esternazione esoterica concitata così oscura non necessariamente abbraccia il lato diabolico, anzi si può iniziare a prendere confidenza con l'idea che alcune entità celesti non siano proprio rose e fiori. E a fare mente locale sul discernimento delle parti perché no?

Per affrontare avversari che sguazzano nel male più assoluto la parte paradisiaca non può presentarsi alla battaglia con un "mazzolin di fiori". E lo strepitoso è che l'accozzaglia apparente di tutto questo "rumore" va a giocare fuori casa, e la "pace crudele" si persegue combattendo l'inferno con uno scudo di santità che, come energia, impatta nella stessa maniera primordiale l'Ade più profondo. È pesantuccio, si scherza diversamente qui, ma l'apoteosi che ti arriva dopo qualche ascolto è unica.

La confusione sanguigna che ci procura l'ascolto è inversamente proporzionale alla vecchiaia del nostro bagaglio animico, più è giovane la nostra eternità più rifuggiremo fraintendendo le parti del bene e il male, più è antica più supporteremo psichicamente "i disegni imperscrutabili di Dio". E se hai sempre rimandato di affrontare le tue paure, i tuoi incubi, le tue "sicurezze" dell'ego, in poche parole te stesso, il "consumo" di questa carnalità trascendente necessariamente risulterà indigesto e come un abduction le immagini insopportabili che il quartetto olandese (volante di Venlo) visualizza verranno congelate. Qualche veterano di questa dimensione, scambiato per un bodhisattva, coglierà l'infinita tenzone alzatasi in tensione parossistica che ai più risulterà invisibile.

Il gruppo conferma che per una rivelazione estatica l'esplosione primordiale che ha creato il Tutto dal nulla rimane la cartina tornasole più attendibile. Suggerendo l'inevitabile solitudine col nostro intimo giudizio universale, i Gore livellano la percezione della realtà scoperchiando verità indicibili e portando il proprio cherubino buco nero direttamente al centro dell'Inferno. E se vi andrà di traverso la maestosità di un antico dell'antico commutato in suono, è ora che facciate un revisionismo delle vostre reincarnazioni per vedere chi sta servendo la vostra predisposizione schiavista ai "buoni sentimenti", chi è d'altronde il principe degli inganni?

Quattro suite che non ti danno tregua, che non lasciano scampo, che ti gettano senza pietà né speranza in una zona di non pensiero dove il muro dell'inconsapevolezza viene frantumato da bordate di frizioni che provengono da altre dimensioni. Non esistono appigli, la novità è talmente deflagrante che avalliamo la compassione di accogliere il rifiuto per tutta questa apoteosi sacra messa sul piatto. E restando agli accessori per la cucina, loro ce li hanno i coperchi, gli altri no...

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