Arduo è il compito che mi spetta nel dover recensire il nuovo dei Gotthard (sono pure il primo ad avere tale onore o disgrazia, interpretatela come volete), questa sorta di "rinascita del fuoco!".
Ma questo "Firebirth" è veramente una rinascita del loro classico hard rock di stampo americano e europeo? Ci troviamo veramente ad un nuovo grido di battaglia alla "Dial Hard" (il loro lavoro migliore, 1994) o alla "G." (1996), allo scopo di rifarsi totalmente di una perdita fondamentale, come quella dell'ex vocalist Steve Lee, morto tragicamente in America in un incidente motociclistico ad inizio ottobre 2010?
Beh nella vita si va avanti, così hanno ragionato i quattro svizzeri guidati da Leo Leoni (chitarrista), ed eccoci qui: è passato un anno e mezzo dal fatale incidente. Le incognite erano molte, se la band avrebbe continuato o meno e alla fine hanno deciso di farlo: con l'australiano Nic Maeder, ugola molto simile a quella di Steve, più pacata per certi versi ma anche molto duttile e passionale. Una scelta non certo originalissima a dire il vero, ma di buon effetto.
In ogni caso, prima di cominciare ad elencarvi le note positive e anche quelle dolenti, volevo esprimere una mia opinione personale non imparziale, che vuole essere solamente una piccola voce fuori campo e che non vuole affatto influenzare codesta recensione, ma soprattutto questo discreto ma non certo entusiasmante nuovo Gottardo: se avessero continuato con un altro nome, sarebbe stato meglio. Per me Steve Lee è stato come una sorta di Freddy Mercury: era veramente insostituibile e i nostri quattro amici svizzeri del canton Ticino, nonostante tutto, forse pensavano che non fosse insostituibile! Io invece ho l'esatta sensazione contraria, come molte altre persone ma ripeto: la band non è di certo mia e comunque se sono qui a recensire la loro ultima fatica un motivo c'è.
Questo motivo si chiama proprio Nic Maeder, il nuovo cantante! Esatto, avete letto bene! Ciò che mi ha convinto più di tutto e tutti è stato proprio lui, la sua grinta e la sua semplicità nonchè la passione che ha innestato in un motore ingolfato come il nuovo "Firebirth": pur di far risultare buono questo disco, Nic ce l'ha messa proprio tutta e si sente! La cosa veramente assurda, questa volta sono proprio le canzoni, che (spesso) cadono nel banale e nel "già più volte sentito".
Calma e sangue freddo: era davvero dura fare meglio di "Need To Believe" (2009), ultimo album con Steve e decisamente uno dei loro più bei album dai tempi di "G."! Quindi, il peso che Nic e i restanti "orologiai" hanno dovuto portarsi, non era proprio poca cosa e non me la sento di bocciarli totalmente nonostante si abbia, in più di qualche frangente, l'effetto della camomilla filtro fiore Bonomelli!
Infatti "Starlight" con quel "Turururù" è piuttosto fastidiosa e banalotta e come opener non è sto granchè. Molto meglio va con la cadenzata "Give Me Real" dotata di un buon refrain, ma ecco la ballatona che oramai conoscono tutti, un marchio Gotthard al 200%, quella "Remember It's Me" con tanto di violini finti ottenuti dalla tastiera Bontempi! Vabbè, se fosse la sola non sarebbe nemmeno male, peccato che bisogna cuccarsene addirittura altre tre-quattro come minimo su ben 13 tracce! Sto parlando delle due insignificanti "Tell Me"e "Shine", una sorta di Z-sides alla Tesla, buone se avete l'insonnia, questo è sicuro! Discorso a parte merita "Where Are You", che invece ha molta più anima, essendo proprio dedicata allo scomparso Steve Lee, con un testo (finalmente) più onsistente. Urca dimenticavo che bisogna pure aggiungere una semiballad (e siamo a 5 canzoni lente su 13, li voglio strozzare!) a titolo "Take It All Back". Nulla di eccezionale nemmeno in questo caso ma ascoltabile dai.
Parlando di hard rock fumante, "Fight" e "Yippie Aye Yay" sono molto carucce, sebbene dotate di testi da terza elementare, così come nel caso delle riuscitissime "Right On" e "I Can", che riescono davvero a sorprendente e farci (alleluia!) rolleggiare col nostro stanco culone. Completamente fuori asse invece "The Story's Over" e "S.O.S." che, pur partendo bene, si perdono parecchio nel nulla.
Siamo arrivati alla fine eh sì. Delusi? Beh potrei anche capirvi. Nel complesso comunque non me la sento di buttarlo tutto quanto. E' vero ho preferito l'ultimo dei Trixter (una vera bomba che recensirò a breve) ma questo è un altro discorso. Non è un capolavoro e sicuramente i Gotthard dovranno lavorare meglio, ma non certo per Nic che oramai si è stra-ambientato solamente nel comporre materiale più convicente nell'insieme. Vedremo fra due o tre anni come andranno le cose. Per ora la loro "rinascita di fuoco" brucia parzialmente, ma presumo che ci arrostiranno in futuro, se è vero che si chiamano ancora Gotthard!
Carico i commenti... con calma