La mia prima recensione su debaser. Giungo qua attraverso la strampalata fase di registrazione (il lessico degli editori rende divertente persino sbagliare la password...) e subito mi si pone il dilemma su cosa recensire come prima cosa. La mia band preferita sono gli Iron, ma mi sono bastati 10 minuti per capire che aggiungere qualcosa alla decine di lavori già scritti sulla Vergine di ferro sarebbe inutile (tranne nel caso di qualche album, trattato davvero in modo superficiale) e mi porterebbe molto probabilnente al linciaggio da parte di una buona fetta dell'utenza del sito. Cazzeggiando col motore di ricerca però mi accorgo che manca una recensione del debutto dei Gotto Esplosivo (forse sbaglio?). Scusatemi quindi per la lunga introduzione e immergiamoci in una delle più belle sorprese degli ultimi tempi.
I Gotto Esplosivo (nome della bevanda alcolica più forte della galassia nella "Guida galattica per autostoppisti") sono una band bergamasca prima nota, se non erro, come "John Doe" e suonano un mix hard'n'heavy che definirei selvaggio, muscolare, molto più vicino ai Motörhead di qualsiasi band mi sia capitato di sentire negli ultimi tempi. Il loro debutto è aperto da "Paura", decisamente la miglior canzone del lotto, un pezzo veloce e selvaggio, che ci mostra tutta la rabbia di cui sono capaci i nostri. Si procede con "Gelosia", "Nuova Dimensione" e "Tensione Totale", tutti pezzi abbastanza simili, ugualmente veloci e rabbiosi. Più si procede più i paragoni con i Motörhead non sembrano campati per aria; non tanto però con i Motörhead più rockeggianti dei primi album, quanto quelli leggermente più complessi di "Aftershock". "Malafesta" ha dalla sua un testo giustamente scellerato e un coro abbastanza easy; in generale è una delle canzoni più maligne dell'album. "Abisso" è molto più seria, buon testo e ritmo giocato sul piano e forte. Davvero ottima, così come la seguente "L'Occhio", anche questa più lenta delle precedenti e dal testo ragionato. "Impero d'Odio" è oscura e anarchica, e "Giocherò" è forse la più rockeggiante dell'album. Chiude l'album la mia canzone preferita, un folk rock scatenato e veloce sotto il nome di "Sete".
Tirando le somme, "L'oro del diavolo" è un ottimo album, un buon inizio per una band che sembra avere già le idee chiare; la sua unica pecca forse è il suo essere eterogeneo, con canzoni a tratti molto ragionate ed aggressive, a tratti più easy e altre molto più serie. Per quello che mi riguarda in ogni caso si tratta di un lavoro da avere, in attesa spasmodica di un nuovo cd.
Carico i commenti... con calma