Negli anni di mezzo tra l'ultimo pezzo di carne del post-punk, venduto nel mercato degli orrori, e la particola del rock tornata in auge grazie ai Nirvana, dove la carne di un morto (il ruock) veniva ficcata in bocca senza domandare e rimase appiccicata al palato e solo con gran fatica rimossa a colpi di un'arida lingua, si propongono in questo "minestrone dell'isolamento" a colpi di avanzi del frigo e del ripostiglio i Government Issue.
La band del poco compianto Stabb che ha visto al suo interno un paio di reduci dei Minor Threat (in periodi antecedenti questo You), si era sempre rivolta ad un pubblico strettamente hardcore, mentre dal 1985 (The Fun Just Never Ends) l'evoluzione verso il post- si era fatta sempre più attiva: i dischi degli Husker Du e le prime "emozioni" di Rites Of Spring sono stati sicuramente un momento importante per la loro trasformazione.
Stabb canta come un navigato Vanian od un esplosivo Curtis, mentre le chitarre seppur distorte non eccedono mai nella muraglia acida di un Zen Arcade ma si risolvono in un pop-core a-là Warehouse (questo mentre i due dischi uscivano nella stessa annata), la sezione ritmica che già guarda al futuro che attenderà la musica americana (Robbins, il bassista, sarà il cantante dei Jawbox) naviga tra l'emo e le sfuriate hardcore di band quali Naked Raygun e gli stessi minneapolitani.
Prove tecniche di Alternative Rock, in un mondo dove ci si emozionava ancora in pochi.
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