Prevedibilmente deluso dagli ultimi risultati del suo Derby County, ormai lontano anni luce dalle glorie settantiane e galleggiante nei bassifondi della Championship dopo l'ultima, fugace comparsata in Premier League di qualche anno fa, il Genio di Colchester si ributta sulla musica e torna ad imbracciare lo strumento (o meglio, GLI strumenti) a tre anni dall'uscita di "The Spinning Top". Inutile negarlo, per quanto mi riguarda aspettavo con ansia questo momento - e non tanto per la nuova sortita IN SE', quanto perché immaginavo - conoscendo il personaggio - che questo disco sarebbe stato molto diverso dal precedente. E se non COMPLETAMENTE diverso, dei punti di rottura con l'immediato passato ci dovevano pur essere. E infatti.

Via il folk, abbandonata la dimensione acustica in cui spesso - e a suo agio - aveva sguazzato l'occhialuto, coi piacevolissimi risultati che tutti conosciamo, "A+E" (leggasi "Accident & Emergency") è il trionfo dell'elettricità malata, nevrotica, psichedelica (sovente sporcata di elettronica), voltata e rivoltata in tutte le sue forme per un prodotto che non manca di certo appeal pop caratteristico dei migliori periodi-Blur. Graham è sempre più "one-man-band", casomai servisse ribadirlo: ormai maneggia lo studio e la gestione dei suoni con la sicurezza del veterano che è, suona tutti gli strumenti inclusa la batteria e non concede se non marginali contributi al produttore Ben Hillier - persino la copertina, a chi la cosa può interessare, è opera sua...

...poi vai a spulciare fra le interviste e scopri che il lavoro fatto è DOPPIAMENTE importante, se è vero che il grosso dei pezzi è composto da "first takes" - l'atmosfera del disco è spontanea, grezza al punto giusto, suscita il piacere delle cose fatte di getto ma anche con il piglio del creativo sempre attento al dettaglio: le aggiunte posticce di sintetizzatore e drum machine non scalfiscono minimamente l'omogeneità dell'insieme, anzi semmai sembrano ampliare il ventaglio delle influenze che riecheggiano fra le pieghe del disco: per farla breve e semplice ascolterete molto post-punk, molta new wave, molta ritmica ossessiva e nervosa-primi anni '80, squarci di noise intelligente e non invasivo, cortine penetranti di fumose chitarre acide, grande varietà di timbri. La chitarra è per Graham un caleidoscopio di pura inventiva, il mezzo di comunicazione di una cultura capace di estendersi ben oltre i limitanti confini del brit-pop di maniera cui i detrattori vorrebbero relegarlo, senza peraltro riuscirci.

Tanto che qui dentro riuscirete a sentire il garage-punk nipote dei Kinks in "Advice", riff hard blues a velocità sostenuta come in "Running For Your Life", il dark minimale e bassistico dei Cure di "Pornography" in "Knife In The Cast", l'orecchiabilità spinta di una perfetta "stupid song" coxoniana come "What'll It Take"... e ancora, una "Coffee & TV" riveduta e corretta a 13 anni da "13" che porta il nome di "Ooh, Yeh Yeh" - non a caso il pezzo che suona più americano di tutto l'album; gli Psychedelic Furs più elettronici di "City Hall" con tanto di (inaspettata) chitarra "fogertiana" verso il finale, la pura allucinazione sequenziale di "Meet and Drink and Pollinate", i tremori post-industriali à la Pere Ubu di "The Truth", il rock'n'roll desertico di una "Seven Naked Valleys" progressivamente risucchiata in un maestoso pasticcio di distorsioni e sintetizzatori vari. Sentire nel 2012 qualcosa del genere, mi vien da dire, è un mezzo miracolo.

E non è tutto. Le sessions di due mesi di cui è figlia la qui presente opera hanno prodotto anche altri 11 pezzi destinati a vedere la luce su un altro disco in programma entro la fine dell'anno. Voci parlano di una bizzarra forma di "soul sinfonico" con tanto di coro e orchestra a supportare il solista, staremo a vedere. Di certo le sorprese non finiranno qui, anzi.

Voto reale, vorrei precisarlo: 4,5.

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