Di Graham Coxon ce ne sono poche di recensioni, così ho deciso di recensire uno dei suoi album non commentati su questo sito: The Golden D. Graham Coxon con la sua aria tranquilla, da bravo ragazzo, sforna un album incredibilmente rock con sfaccettature punk. Queste dodici canzoni possono essere tutto per le tue orecchie: un ottimo ritornello, una nota stonata, una rottura del tuo timpano (questo ci ricorda che forse in Song2 la chitarra la suonava lui...).
Anyway... l'album si apre con "Jamie Thomas" che è nient'altro che due minuti e mezzo di casino puro, dove quasi non si riesce a sentire la voce di Graham e comunque non si può che urlare un sincero "wow" quando la si ascolta, pensando anche dal vivo come potrebbe essere. "The Fear" non è nè carne nè pesce, vale a dire che non fa alcuna impressione particolare, è soltanto un pezzo rock così così. "Satan I Gatan" sembra uscita da un remix di Mario Bros oppure volendo essere più buoni da una delle sperimentazioni folli-impazzite dei Radiohead. Per "Fame and Fortune" vale lo stesso discorso per "The Fear" . "Lake" è il capolavoro del disco ed è la canzone strumentale più bella che Graham abbia mai fatto. Ti dà l'idea di una canzone degli Explosions in the sky, sembra post-rock, ma è solo il nostro occhialuto chitarrista che si esercità alla chitarra e che in 7 minuti e passa alza sempre di più il volume della musica , straordinaria !!!
"Leave me alone" è una canzone aggressiva che nel ritornello ricorda quei gruppi hard-rock anni 80' . "Keep Hope Alive" sembra essere uscita da una costola di "Exit music ( for a film )" dei Radiohead ( citandoli ancora in causa ) , una ballata acustica , asfissiante con i rumori di sottofondo che appunto tanto ricordano la tragedia in musica scritta da Thom Yorke, poi arriva "Oochy Woochy" e ti chiedi se inavvertitamente non hai cambiato cd nel tuo lettore , ma no è sempre Gaham che con un preciso loop di batteria, fiati e trombe ti ricama, proprio come una vecchia signora fa l'uncinetto, una melodia tutta funky e divertimento (tipo i "cazzeggi" dei Blur , vedi Lot105 o The Debt Collector) decisamente diversa dall'aria che tira in questo Golden D. "That's when I Reach for M Revolver"contiene il più bel ritornello del disco e rimane comunque una grande canzone rock.
L'ultima, "Don't Think About Always" inizia bene e finisce male, una bella melodia di chitarra lascia spazio a chitarre filtrate e assordanti che ci ricordano di nuovo l'hard rock! Ma Graham toglie poi la chitarra da vicino all'amplificatore e stacca la spina : The Golden D è finito !
Questo è sicuramente un album non male, molto buono, ma come ho evidenziato contiene degli episodi secondo me troppo banali, inutili e gravosi per il disco. Un buon 3/5 è meritato secondo me.
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