Quale è stata la vera sfortuna di Graham Parker? perché in tanti lo snobbano? Perché è brutto o si veste male? Mentre la sua nemesi Costello si concentra su look e moine ruffiane, il buon Graham pensa solo a suonare infischiandosene di tutto e tutti (vi consiglio di dare un occhio alla copertina del suo ultimo album Three Chords per capire cosa intendo).

Dopo tre ottimi album nel 1979 esce quello che da molti è considerato il suo capolavoro ''Squeezing Out the Parks''. Album dove la malinconia viene trasformata in pura rabbia e energia, dove Graham ci insegna a combattere e non arrenderci, prendendo a calci in culo le sfortune della vita, facendoci da maestro, consigliere e soprattutto amico come quando nella ballad ''You Can't be Too Strong'', con tono paternale ci invita a considerare le nostre azioni e a prendere le scelte giuste. L'entusiasmo e la carica si trovano in pezzi come ''Discovering Japan'' che apre il disco o ''Nobody Hurts You'', dove veniamo completamente travolti da riff di chitarra che ci trascinano direttamente dentro la musica con una formula che farà da leit motiv per tutte le tracce.

Spazio anche per le hit come ''Local Girl'' che viene penalizzata da un ritornello antipatico, la triste ''Love Gets You Twisted'', il pop di ''Waiting For the Ufos'', che vira verso toni più morbidi e rilassati o ''Passion is No Ordinary World'', altro gioiello, con batteria secca e potente ed ennesima chitarra avvolgente. Il pezzo migliore rimane ''Protection'' dove è difficile stare fermi, da sola vale l'album e rappresenta un po' la summa di tutto il disco.

Disco diretto e con pochi fronzoli che pecca forse solo per poca eterogeneità. Ricco di influenze, dagli Stones a Springsteen, fino al punk più ruvido, per un musica che in maniera limitata viene etichettata malamente come pub rock. Fra tante macchiette e personaggi artefatti che brulicavano a iosa la seconda metà degli anni settanta io scelgo la genuinità di Graham Parker. (Ri)scopriamo un artista che ha forse peccato di troppa sincerità, e facciamo un forte applauso per lo sfigato del rock.

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