Quando per caso ho saputo dell'esistenza di questo album, in uscita il 14 aprile, non sapevo niente della carriera solistica del buon Frank Black, ossia Black Francis, ex frontman della storica band dei Pixies. Giusto un paio dei loro dischi migliori, ascoltati ed amati come si fa coi capolavori. Non si può dire quindi che io sia un gran conoscitore dell'artista che mi appresto a recensire (mea culpa), ma questo nuovo lavoro a nome Grand Duchy è stata una piacevole sorpresa, senza dubbio.
Composto, arrangiato e strimpellato insieme alla consorte Violet Clark, Petit Fours è un piacevolissimo esercizio (synth) pop elettrificato, caratterizzato da melodie decisamente ispirate, chitarre in bella vista ed un basso à la Pixies sul quale poggiano canzoni brillanti e deliziose. Immagino che a sentirle sulle spiagge al posto di quei traumatizzanti "tormentoni" che ci propinano sistematicamente in ogni estate, sarebbe tutto più bello. Ci metterei la firma. Speranza vana.
Nove tracce, ognuna diversa dall'altra, per trentasette minuti di ottima musica. Alcune cantate (urlate!) da Frank, altre dalla moglie, più spesso, come nella gemma elettroacustica Fort Wayne (forse il pezzo migliore), da entrambi. Da segnalare il momento più ruvido del disco, "Black Suit", canto incalzante e rauco su un'atmosfera tesa e ritmata, e "The Long Song", memore di alcune vecchie glorie dei Pixies.
Intendiamoci, non ci troviamo di fronte a un disco epocale né un capolavoro (ma quanti dischi lo sono, in fondo? pochi), ma dubito fosse questa l'intenzione dei coniugi Thompson al momento dell'uscita. L'obiettivo, la creazione di un dischetto piacevole, divertente e duraturo, è stato pienamente centrato. L'album entra di diritto nella lista dei miei favoriti di questo 2009. Ed è destinato a rimanerci.
In definitiva un bellissimo disco per gli amanti del pop rock disimpegnato (ma neanche tanto), album come questo dovrebbero uscire più spesso. Ci voleva. Quanto a me, suppongo sia giunto il momento di documentarmi sui trascorsi del genio di Boston...
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