Rieccomi Debaseriani!
Oramai, purtroppo il tempo scarseggia anhe per scrivere una recensione.. ma comunque vedo che non mancano degli ottimi spunti musicali (ad esempio a recensione del bootleg degli Whitesnake..!) Comunque sia, una volta tanto scelgo di recensire un album ufficiale, visti i miei precedenti da "bootleg & Co."
Il disco in questione è questo "Live: The 1971 Tour", di una band che per me è stata fondamentale e sempre lo sarà, ovvero i mitici Grand Funk Railroad; l'album è il risultato di molti anni di lavoro da parte di un produttore statunitense, di cui non ricordo il nome, che aveva intenzione di pubblicare su disco l'intero show dei GFR alo Shea Stadium, di quello stesso anno. Purtroppo, non trovando tutti i mix necessari ne è uscito questa compilation live, se cosi possiamo chiamarla, di quel fantastico tour; il contesto musicale è abbastanza semplice: nel 1971 (e vi è anche un sondaggio che dimostra ciò) i Grand Funk sono la piu grande band degli Stati Uniti in assoluto, basti vedere le vendite, ovvero 4 dischi d'oro in un solo anno, e per giunta il record dei Beatles allo stadio di New York, polverizzato in soli due giorni (contro i 4 dei Fab four!!) Ma passiamo ora alla recensione del disco....
L'album è introdotto da un breve strumentale di "Also Sprach Zarathustra", dopodichè parte a razzo la scatenata "Are You Ready" dove i tre musicisti danno subito prova del loro straordinario talento; il terzo brano è già un inedito per l'epoca, stiamo parlando di "Footstompin' Music" che sarebbe comparsa sul successivo album "E Pluribus Funk": anche se non definitiva, questa versione risulta subito godibilissima con Mel Schacher che fa veramente di tutto col suo basso. La traccia successiva è uno dei must della band ovvero "Paranoid", che oltre ad essere dotata di una grande orecchiabilità, contiene alcuni assoli di pregevolissima fattura, soprattuto quelli di chitarra di Mark Farner, che si scatena anche alle vocals. Lasciamo la Cobo Hall di Detroit, dove queste prime quattro tracce sono state registrate, per giungere allo Shea Stadium Di NY, dalla quale proviene una splendida esecuzione del medley "I'm Your Captain/Hooked On Love/Get It Togheter", i tre brani simbolo del loro album "Closer To Home". In sottofondo possiamo udire le urla del pubblico scatenato di fronte a queste selvaggie performance live di una band che sul palco dava veramente l'anima. Torniamo ora alla Cobo Hall, per lasciare spazio all'interminabile esecuzione di "T.N.U.C" (19 minuti di follia!!) dove viene lasciato un enorme spazio all batteria del grande Don Brewer, che pe circa un quarto d'ora fa veramente di tutto con i suoi tamburi: STRAORDINARIO! E siccome che un'improvvisazione tira l'altra, ecco qua la celeberrima "Inside Looking Out", introdotta da un discorso di Mark alla folla, che riassume veramente l'energia di questa band, che per oltre 15 minuti si scatena in largo in lungo in assoli e coinvolgimenti con in pubblico in costante delirio. Al termine del brano, il roco "goodnight" di Don Brewer lascia spazio ai cori del pubblico che li invoca nuovamente sul palco: poteva terminarecosi uno show del genere?? Manco per niente, e infatti la band torna on stage per altri due bis: il primo, proveniente dall Shea Stadium, è la cover degli Stones "Gimme Shelter", mentre l'ultimo brano in scaletta è la furiosa "Into The Sun": entrambe i brani di circa 8 minuti, tanto per cambiare.....
In sostanza, questo disco dovrebbe essere visto come una revisitazione del "Live Album" del 1970, arricchito con piu classici... mi sento comunque di dire che è un album che ogni appassionato del rock, di quello fatto con le palle, dovrebbe procurarsi. In fondo 15 euro per 80 minuti di buona musica, non sono nemmeno troppi..........
A PRESTO, ADIOOOOOS!!
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