2001. Per la Rise Above Records esce il goiellino "Grand Magus". Un esempio di grezzo stoner/heavy direttamente dalla fredda Svezia. Oltre un decennio è ormai trascorso da quel primo parto. Nel frattempo si sono susseguiti diversi lavori, qualcuno molto buono, altri meno convincenti. I Grand Magus sono riusciti anche a farsi un discreto nome nella cerchia del metal europeo: questo gli ha permesso prima di approdare alla Roadrunner Records ("Hammer Of The North", 2010) e poi alla Nuclear Blast. Sotto quest'ultima nel 2012 è stato dato alla luce "The Hunt". Disco di sano heavy metal, classico e senza fronzoli. Quanto bastava per riassoporare i sapori del metal perduto. Oggi a distanza di 13 anni dall'esordio, il percorso stilistico del trio svedese può dirsi concluso. Addio definitivo allo stoner puzzolente e benvenuto all'heavy classico di ispirazione eighties. La produzione pressochè perfetta (Nuclear Blast...) fa il resto.
"Triumph And Power" è il cd che ci chiarisce una volta per tutte le nuove coordinate di Christoffersson e soci. Di fatto vengono ricalcati gli stilemi di "The Hunt". Ma se la precedente fatica conteneva diversi pezzi di assoluto valore, il lavoro in questione non tiene il passo. Trionfano riff granitici, ritmi marziali e possenti, chorus da campi di battaglia e tutto quello che l'amante del metal old style vuole sentire. Manca però il sentimento genuino delle prime uscite, quei suoni sporchi e da cantina che tanto avevano contraddistinto dischi come "Monument" e "Wolf's Return". Un ulteriore lato negativo sta nella semplicità quasi viscerale del platter, elemento di per se non certo da buttare: la sensazione generale è però quella del clichè, del "già sentito" fino allo sfinimento, oltre ad una forma canzone troppo canonica e convenzionale anche per i puristi. Intendiamoci: ci sono diversi pezzi degni di menzione, dalla titletrack e il suo incedere epico, al ritmo aggressivo e quasi hard rock di "The Naked And The Dead", ma il cd scorre placidamente senza sussulti. Poche idee, pezzi tutti troppo simili tra loro, diversi filler ("Holmgang") e i due intermezzi strumentali "Arv" e "Ymer" che non spostano nulla nell'economia del disco.
Il risultato finale è quello di un album piatto, fiacco, avvitato su stesso. Gli elementi che tanto avevano contraddistinto i Grand Magus in passato sono ormai in secondo piano. C'è puzza di mestiere. Si potrebbe parlare di manierismo se non si credesse alla buona fede e all'attitudine dei tre svedesi. Resta un lavoro poco convincente, forse il meno riuscito della loro discografia. Sicuramente il meno genuino, dove si percepisce un'evidente mancanza di "verve compositiva".
Per la prima volta rimandati.
1. "On Hooves Of Gold" (5:25)
2. "Steel Versus Steel" (5:18)
3. "Fight" (4:07)
4. "Triumph And Power" (4:37)
5. "Dominator" (4:22)
6. "Arv" (1:58)
7. "Holmgang" (3:39)
8. "The Naked And The Dead" (3:03)
9. "Ymer" (2:54)
10. "The Hammer Will Bite" (6:54)
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