Uriah Heep e MSG. Cosa hanno in comune questi due gruppi? Oltre al fatto di avere scritto pagine indelebili nella storia dell'Hard n' Heavy hanno avuto (hanno nel caso dei primi) nelle loro fila ex componenti dei Grand Prix, preziosa meteora del Pomp Rock d'oltre Manica.

Pomp è una parola che nel migliore dei casi genera un'espressione di perplessità (quando non addirittura una maliziosa ilarità dovuta a non fatemi spiegare cosa...), e sta per "pompous" ovvero pomposo, ad inicare un tipo di Rock, piu o meno Hard, dalle forti connotazioni sinfoniche (tanto che a volte sconfina nel Prog) e grande gusto melodico. Insomma un genere di confine tra Prog Rock e AOR...

Datato 1983 "Samurai" è il terzo e, purtroppo, ultimo album di questo ottimo gruppo Pomp Rock e vanta la presenza di Robin McAuley, un cantante che non smetterò mai di lodare e che ha giocato un ruolo fondamentale nella ripresa artistica e commerciale di Michael Schenker sul finire degli anni '80 (nonchè autore in tempi recenti di una improbabile ma ottima cover di "Run To The Hills" degli Iron Maiden, proprio insieme al biondo axeman tedesco).
Ritroviamo la sua voce roca ma melodica anche sul secondo album dei Grand Prix ("There For None To See" del 1982) mentre sull'omonimo debutto del 1980 troviamo l'attuale vocalist degli Uriah Heep Bernie Shaw che ha portato con se anche un altro ex Grand Prix, il tastierista Phil Lanzon (tutto chiaro, no?).

Il disco è un vero gioiello, pomposo senza risultare ridondante, ricco di melodie mai scontate e, perchè no, di assoli molto belli ed eseguiti magistralmente dal chitarrista Mick O'Donaghue. Ad aprire le danze è "Give Me What's Mine", così solare che potrebbe tornarvi utile in vista dell'inverno. Ma non mancano momenti più tipicamente Hard Rock come in "Shout" o in "Somewhere Tonight". Un inizio dove pare addirittura di sentire Mark Knopfler caratterizza invece "50/50" movimentata anche da tempi dispari. Menzione a parte invece per la meravigliosa ballad "Here We Go Again", ora sontuosa, ora delicata dove il bravo Robin McAuley ci delizia con una melodia quasi commovente (lo so noi rocker abbiamo il cuore tenero...), e per la mini-suite "Samurai", cavalcata di oltre 7 minuti all'insegna di un Hard Rock epico e pomposo.

A mio avviso il brano/capolavoro dei Grand Prix si trova nel disco precedente (parlo di "Tough Of The Track" da "There For None To See") album però altalenante nella qualità dei brani. Ma questa è un'altra storia, intanto se lo trovate non esitate a fare vostro questo "Samurai"! (oppure scaricatelo selvaggiamente).

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