Ci sono modi e modi di gestire il proprio successo. C'è chi come Jimi Hendrix, Janis Joplin, Kurt Cobain (e aggiungetene voi quanti volete) non riescono a reggere il peso e si arrendono inesorabilmente. Ci sono poi alcuni gruppi che arrivano troppo presto rispetto ad altri e vista l' incomprensione della gran parte del pubblico si sciolgono, per poi riformarsi puntualmente vent' anni dopo, magari con qualche nuovo membro (gli Stooges, le New York Dolls e così via). Infine ci sono quei gruppi che raggiunto un successo stratosferico non si arrendono al passare del tempo, lottano, arrancano, si trascinano sui gomiti ma dopo 10 anni li vedi ancora li, e dopo 20 pure, e dopo 30 ci provano ancora e magari ci riescono. A questa ultima categoria appartengono i Rolling Stone oggi, ancora capaci di passare su Mtv (non che sia un merito intendiamoci bene) e vi appartenevano fino ad una decina di anni fa i Grateful Dead.
Ora non starò a dirvi chi sono i Grateful Dead perchè se non li conoscete dovete solo digitare il loro nome su Debaser o su Wikipedia e avrete informazioni a sufficienza, e se ancora non avete ascoltato nulla di loro partite da Aoxomoxoa, Live/Dead, Anthem Of The Sun, non certo da questo disco.
Vi stavo dicendo che fino al 1995, anno della morte di Garcia e del conseguente scioglimento della band, i Grateful Dead ce l'avevano fatta. Erano passati attraverso la loro materia originaria (quell' acid- psichedelic sound che loro stessi avevano contribuito a creare alla fine degli anni '60), erano sopravvissuti all' indurimento del sound di inizio anni '70, avevano attraversato indenni gli anni del prog, del punk, della disco music e dell'heavy metal. E si erano trovati, un po' con il fiatone per la verità, nel 1987, dopo innumerevoli album live che ne testimoniavano la loro dimensione ideale (anche accompagnatori di Dylan in un tour testimoniato poi dallo scarso Dylan & The Dead), con Jerry Garcia afflitto dai soliti problemi di tossicodipendenza, dopo ben 7 anni dalla loro ultima fatica in studio.
Fu così che i Dead entrarono in studio per la loro penultima volta, speranzosi di ripetere il piccolo successo avuto con l' ultimo singolo pubblicato nel 1980: "Alabama Getaway".
Si trovarono invece dopo pochi mesi incredibilmente a celebrare il loro album più venduto di tutti i tempi, trainati dal singolo "Touch Of Grey", una sorta di autotributo rivisto in chiave anni '80, un po' simile ad alcuni rock-pop commerciali dei Dire Straits, ma sicuramente trasportati (penso io) anche dall'entusiasmo dei sopravvissuti dell'era psichedelica, che vedevano in loro una sorta di simbolo che resisteva ad ogni tempo. Da segnalare sono anche "L.A. Fadeaway", per notare quanto un buon rock blues possa essere rovinato, con la voce di Garcia modificata da qualche diavoleria elettronica e fastidiosi effettacci che fanno capolino ogni tanto. "Tons Of Steel" è a mio parere una delle composizioni più deboli, una sorta di ballatona energica alla Bruce Springsteen anni '80, quanto di più banale e commerciale ci possa essere. Infine le due composizioni migliori, una "Throwing Stones" che, seppure non esente dai difetti delle due precedenti si fa notare per un divertente e cantabilissimo ritornello. Per concludere "Black Muddy River", lenta e delicata ballata celebratoria che ricorda i Grateful Dead di American Beauty.
Insomma cosa dire in definitiva? L'album è senza dubbio un tentativo di avvicinarsi al sound che andava per la maggiore in quegli anni ma cercando di mantenere quel guizzo di personalità (vedi i diversi assoli di chitarra tipici del loro sound) per farsi riconoscere. Sinceramente sono dubbioso anch'io sul voto, in confronto ai capolavori prima citati meriterebbe un uno, uno e mezzo ad esser generosi. Ma è anche vero che non si può paragonare un album del genere ai lavori nel periodo di massimo splendore, sarebbe ingiusto e ingeneroso nei loro confronti. E così gli do un bel tre, incurante dell' orribile copertina, incurante del fatto che se Jerry Garcia fosse ancora vivo gli farebbe mangiare la polvere a quel pirata di Keith Richards e ai suoi soci, proprio come fece negli anni '80, proprio come fece addirittura (e qui spero di non scatenare un putiferio) in quei lontani anni '60.
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