Al tramonto del 1971, il giorno dell'ultimo dell'anno, i Dead celebrano l'avvento del 1972 con un concerto alla Winterland Arena. Il tempio della musica di San Francisco, nato come pista del ghiaccio, viene convertito, proprio nel 1971, ad uso esclusivo di eventi musicali e spettacoli in genere.
Non sono ancora i Dead del dopo Pigpen (tirerà le cuoia nel 1973), e nemmeno di "Aoxomoxoa" ed "Anthem of the Sun", ovvero i migliori Dead in studio, ma non importa, perché che sia il 1968, il 1975 o il 1985, dal vivo la band di San Francisco è sempre stata impeccabile. I live dei Grateful Dead sono il vero marchio di fabbrica della band.
Nel 1971, il sole della California stava tramontando sull'estate acida di fine anni 60. San Francisco e Los Angeles cedevano il passo alle scene musicali della east-coast e soprattutto a quelle europee. Alcune band cercavano nuovi suoni e rimescolavano le carte, nel tentativo di ritagliarsi un posto nella discografia del nuovo decennio. I Grateful Dead, invece, negli anni, avendo radunato attorno a loro un folto gruppo di seguaci (Deadhead), non ebbero la necessità di modificare il loro stile e di adattarsi ai tempi che stavano cambiando. L'idea restava una ed inequivocabile: vivere il live set come un'esperienza unica e improvvisata, la jam-session come stile di vita.
In questo live la formazione è ancora quella storica (con la sola defezione di Mickey Hart): Bob Weir, Phil Leash, Bill Kreutzmann, Pigpen McKernan e ovviamente "Sua Acidità" Jerry Garcia. I Dead si presentano ai loro fan, con "Dancin' in the Street" (cover del pezzo originariamente inciso dalle Martha and the Vandellas), e durante l'esecuzione, come da copione in gran parte improvvisato, i componenti della band non mancano di esternare al pubblico, gli auguri per l'anno che stava giungendo. Il sole della California splende ancora sulla meravigliosa "Brown Eyed Woman" e sugli evocativi intermezzi offertici dal solito Garcia. I precisi stacchi di Bill Kreutzmann e l'acido fraseggio di Jerry Garcia introducono la classica "Chinacat Sunflowers" che sfocia in un medley con il jam di "I Know you Rider". Gl'intrecci chitarristici tra Jerry Garcia e Bob Weir sono da brividi. Il gruppo sviluppa un'improvvisazione da capogiro. Il blues cadenzato di "Loser" e la finta marcia di "Ramble on Rose", mettono in risalto una sezione ritmica precisa come un orologio svizzero. E dopo l'immancabile medley "Sugar Mongolia/Sunshine Daydream", tocca al magistrale medley "Not Fade Away/Goin' Down the Road Feelin' Bad/ Not Fade Away". Siamo all'apoteosi. I pezzi vengono trasformati in una jam-session di 17 minuti, tirati oltre il limite. La tracklist è completata da "Mason's Children" (tratta da un concerto tenuto il 28 Dicembre del 1969 all'Hollywood Pop Festival), con il duetto vocale tra Bob Weir e Jerry Garcia (altro marchio della band), il pezzo è tiratissimo, la band mostra l'efficacia del suo "Wall of Sound", con un impressionante solo, targato Garcia.
Un disco imperdibile!
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