Tunes of Wacken

Se cercate un gruppo che non è mai sceso a compromessi, un gruppo che ha sempre tirato per la propria strada nonostante mille fatti avversi allora potete anche smettere di cercare. I Grave Digger, nella persona di Chris Boltendhal, di gavetta ne hanno fatta, e dalla loro formazione negli anni ’80 fino alla loro consacrazione nel panorama metal internazionale con "Tunes Of War" ne passato di tempo.

Fino a quello che possiamo definire l’apice della carriera live di un musicista del settore: essere headliner a Wacken. A documentare l’evento c’è questo 'Tunes Of Wacken', che certo non sarà il live del secolo, ma certo rende giustizia ad una band in ottima forma e con una discografia di tutto rispetto. Si parte con quelle cornamuse tanto amate dagli scozzesi, protagoniste nel campione di vendite Tunes Of War in questa intro che precede “Scotland United”, opener dello stesso album che trascina subito lo spettatore/ascoltatore con un heavy metal arcigno dotato di un’energia devastante.

Con “The Dark Of The Sun” la musica non cambia, e Chris incita il pubblico con il suo carisma e con la voce che potremmo definire non proprio pulitissima. Sfortunatamente posso solo immaginare il pogo scatenatosi durante “The Reaper”, sfrenata canzone da concerto se ce n’è una. Si vola nei reami di Re Artù con “The Roundtable”, una spietata marcia di guerra seguita dalla veloce compagna di album “Excalibur” (Sword of the King!), una doppietta di incredibile presa sul pubblico che urla a squarciagola ogni parola.
Heart Of Darkness è rappresentato solo dal singolo “Circle Of Witches” con un Manni Schmidt che macina riff a tutto spiano. La magnifica “The Ballad Of Mary (Queen Of Scots)” sembrerebbe fuori luogo con la sua tristezza e dolcezza in mezzo a questa colata di metallo fuso, ma si merita ampiamente questo palcoscenico essendo la migliore ballad del gruppo.

Il gruppo ritorna a sputare cattiveria sul pubblico con “Lionheart”, ennesimo esempio di cosa voglia dire saperci fare dal vivo. “Morgane Le Fay” è la canzone che più ha guadagnato nel passaggio studio-live, il riff che spazza via la quiete dell’ inizio è semplicemente da antologia. Neanche il tempo di rifiatare e si è travolti dalla violenza delle crociate in “Knights Of The Cross”, assolutamente devastante.
Dopo la tempesta c’è un attimo di calma… viene introdotta quella che forse è la canzone simbolo del gruppo: “Rebellion (The Clans Are Marching)”. Wacken onora il gruppo e si può avvertire la soddisfazione di Chris durante il refrain quando la folla arriva quasi a sovrastare gli strumenti… un gran momento, niente da dire.

In chiusura non poteva mancare in tutta la sua prepotenza “Heavy Metal Breakdown”, degna conclusione di un signor concerto. Una produzione ottima che ha dato gran rilievo ad un pubblico indemoniato e non ha cancellato qualche piccola pecca strumentale e una durata forzatamente ridotta regalandoci la sensazione di essere stati presenti davvero al W.O.A. quel giorno.

Se vi piacciono i Grave Digger andate sul sicuro con questo live (nonostante la cover non proprio esaltante), una buona occasione anche per chi volesse conoscere un gruppo storico del panorama metal tedesco ed europeo.

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