1. Innanzi tutto vorrei dirti che anche se non frega il cazzo a nessuno “Fires In Distant Buildings” è il mio album dell’anno. Capisco che non sia proprio questa botta di culo se la colonna sonora è ancora adatta a tagliarmi le vene, però guarda, io la buona volontà ce la metto e ti mando una foto della festa di capodanno: ho messo su “Fires In Distant Buildings” e mi sono sbronzato come una bestia. Io sono quello di destra. Ci ricordavamo di come ti ha definito il “Daily Telegraph” (“Da non ascoltare quando sei solo”): ci siamo un po’ spaventati e allora siamo rimasti vicini tutta la sera – era un po’ cozza ma era l’unica che ci stava. Abbiamo pure messo "Flashlight Season", che ad esser franchi è qualcosa che incita pure di più a toccarsi le palle e in effetti ci ho provato ma ha rifiutato. Allora che dovrei fare? Vivere nel terrore? Dormire in un ostello?
Hai ragione. Io suggerisco di dormire con più persone possibili, e si può allo stesso tempo. Una cosa tipo ostello sarebbe perfetta in effetti.
2. Nick che razza di tipi hai incontrato alla Warp records? Voglio dire: come ti guardano? E’ vero che si toccano le palle? Che si abbracciano per stare più vicini? Cerco di immaginare la loro faccia quando ascoltano “Animals”: “I don’t know what I’m doing right now”. Ogni volta che ascolto “Animals” non riesco a trattenermi e mi emoziono.
Mi sa che te ne intendi di “sesso di gruppo”. In tutta franchezza non dormiamo spesso insieme, anche se mi piacerebbe. Li vorrei scopare fino a farli sanguinare. (???, Ndr). Animals… Animals… Animals… hmm. Mi chiedono di quella canzone troppo spesso. In realtà non so mica che cavolo dirti. Diciamo che quando ho scritto la maggior parte di “Fires…” stavo avendo a che fare con problemi profondi, alcuni dei quali ancora mi rendono triste. “Animals” parla della violenza, nei confronti di se stessi e degli altri, costrizioni e mancanza di auto-controllo. C’è una frase in una canzone dei Big Black chiamata “Bad Houses” che dice “Dico a me stesso che non andrò anche se sto guidando in quella direzione”. Il prossimo album sul quale sto lavorando non sarà così chiaramente psicotico. La prenderà un po’ più alla larga.
3. Senti non ti offendere Nick, ma ho notato alcune strizzate d’ occhio a certo post-rock stavolta: mi riferisco alle esplosioni di “Down River”, i 10 minuti di “Song From Under The Arches”.
”Down River” è stata per lo più ispirata da “24 Hours” dei Joy Division e dai primi Sonic Youth. Che siano post-rock o meno e che ne so; la tua supposizione vale quanto la mia. Magari qualcuno ci vede pure gli Slint, dato che ne parlano come post-rock. “Songs From Under The Arches” è stata influenzata dai Low, e un po’ da una canzone di Richard Thompson chiamata “Sloth” che si trova sull’ album dei Fairport Convention “Full House” (dopo questa collezione di particolari un po’ sento che mi sta prendendo per il culo, Ndr). Dura circa 10 minuti. Non molte persone nella scena musicale odierna conoscono quella canzone, così non se ne accorge mai nessuno. Le mie influenze vanno anche più in là della recente scena post-rock. Alcune recensioni paragonano “ The Velvet Cell” agli Interpol e agli Strokes (!!! Ndr). Questo fa proprio ridere perchè ho scritto quella canzone molto prima che queste band conoscessero le luci della ribalta, e il testo è un po’ stile Stereolab, mentre il ritornello è puro Sugar/Husker Du (è la certezza che prende per il culo, Nrd). Credo davvero che alcuni giornalisti abbiano una collezione di dischi davvero esigua (ce l’ha con me? Ndr).
4. Nick ti prego dimmi chi ti scrive le cartelle stampa: su quella della Reckless Records c’era scritto che sei un incrocio tra i Velvet Underground e Richard Thompson. Ma che fanno? Li prendono a caso?
Sono scritti dai collaboratori della Warp, l’Ufficio Stampa e io stesso. Come ho detto, alcune delle canzoni sono in effetti ispirate da Thompson, e la cover di “See My Friends” dai primi Velvet. Come pure ci sono gli Stereolab, Elvis Costello (“Nicole”), i primi Suede (“Animals”), Pearls before Swine (“Cities Beneath The Sea”). Alcuni giornalisti se ne accorgono, altri no. La verità è che tutto quello che possiamo fare è dichiarare i nostri amori. Mi piace però pensare che il tutto suoni nient’altro che Gravenhurst, ma questo a quanto pare non interesserebbe i giornalisti.
5. Onestamente, quando ho sentito che avresti suonato allo Spitz un po’ ci sono rimasto male - l’ultima volta uno scozzese mi voleva tirare una sedia dietro; e poi è proprio triste come posto. Ad ogni modo è stato bello, c’era tanta gente e la mia depressione è andata via. Mi dici come è suonare con John Parish?
Mi piace molto lo Spitz perchè è fronteggiato dalla Hawksmoor's Christchurch, che ha sempre avuto una influenza demoniaca su di me (… Ndr). Il posto è parecchio silenzioso in effetti. Parish è un caro ragazzo; in parte è proprietario dei ToyBox studios, dove è stato inciso “Fires...” E poi vive a Bristol come me.
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