Il "revival rock" dalla Scandinavia. Sono emersi diversi gruppi e tanti nomi che hanno fatto ben sperare per una sorta di "rinascita" rock seventies di nicchia. Band che si sono pian piano affermate: in Svezia Witchcraft e Graveyard hanno intercettato più di altri il favore di pubblico e critica. La creatura di Joakim Nilsson (chitarra e voce) ha fatto il "botto" con "Hisingen Blues" (2011).

Rock puzzolente d'annata infarcito di blues e sezioni doomegianti: se questi elementi si univano molto bene soprattutto nei primi due lavori, già da "Lights Out" (2012) i nostri avevano puntato su una scarnificazione del songwriting, fatto di pezzi brevi e incanalati nella "forma canzone". Quel percorso continua anche nell'ultimo "Innocence & Decadence", anticipato dal singolo tutt'altro che memorabile "The Apple & The Tree", piatto e privo di mordente e con delle linee vocali per nulla ispirate. Le stesse caratteristiche negative che permeano diversi brani del disco, che scivolano via senza l'impronta graffiante che tanto ci aveva fatto amare i Graveyard in passato: l'opener "Magnetic Shunk" lavora alla perfezione e fin da subito si pone come una delle hit dell'opera, ma il percorso è un continuo sali scendi tra cose molto buone come "From A Hole In The Wall" con annesso blast beat e altri episodi trascurabili e che non rendono merito ad un gruppo come quello svedese ("Never Theirs To Sell", "Exit 97", "Hear-Headed"). Quando Nilsson e compagnia tornano sui ritmi lenti di pezzi del passato come "Siren Song" (solo per citarne una) ecco che vengono fuori le migliori cose del disco, poste a chiusura del tutto: l'accoppiata di ballads "Far Too Close" e "Stay For A Song" ci riconsegna la genuinità nostalgica del gruppo, quella che per lunghi tratti di "Innocence & Decadence" sembrava del tutto svanita.

La band di "Hisingen Blues" è arrivata al primo mezzo passo falso, almeno se paragonato a ciò che è stato fatto in precedenza. "Innocence & Decadence" ha tutti i classici elementi tanto cari agli svedesi, ma semplicemente manca di qualità, di quel songwriting da "cantina" che permeava i primi due dischi. Ora questi scandinavi vanno aspettati al varco, il prossimo lavoro potrà dire tanto, forse tutto.

1. "Magnetic Shunk" (3:01)
2. "The Apple & The Tree" (3:05)
3. "Exit 97" (3:51)
4. "Never Theirs To Sell" (2:17)
5. "Can't Walk Out" (5:44)
6. "Too Much Is Not Enough" (4:38)
7. "From A Hole In The Wall" (3:47)
8. "Cause & Defect" (3:48)
9. "Hard-Headed" (3:11)
10. "Far Too Close" (4:43)
11. "Stay For A Song" (4:36)

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