Sicuramente quest'album è uno dei più attesi del 2009, i Green Day di canzoni belle ne hanno scritte molte però per quasi 10 anni, da Dookie, non hanno sfornato un album decente, fino al 2004, con American Idiot, secondo me uno dei migliori del decennio 2000 - 2010, anche se manca ancora 1 anno per dirlo, ed è per questo che era un ritorno atteso, tutti vogliono vedere se American Idiot è stato solamente un'eccezione oppure se i Green Day sono effettivamente tornati in pista al 100%.

"21st Century Breakdown" riprende la struttura del precendente disco: è quindi un concept album, con 18 canzoni, forse troppe, però a differenza del precendente non contiene tracce lunghe 9 minuti che risultano l'unione di più canzoni, solamente la 17 ma dura comunque meno di 5 minuti.

Se la struttura si può definire simile, lo stile è completamente diverso. L'album contiene ovviamente quei riff hard rock punk che hanno contraddistinto la band negli anni ma in molte canzoni viene usato il pianoforte, dando più melodia e tranquillità, non chei green day non siano più loro, il loro stampo si sente, però hanno voluto diciamo fare un'innovazione, non sempre riuscita, non abbandonando mai però il loro timbro.

La prima traccia "Song for The Century" è un intro, la seconda è la title track, molto bella, rokkeggiante, coinvolgente, un'ottima traccia da usare come apertura per un disco.

La 3 è il singolo che si sente in questo periodo, "Kill Your Enemy", traccia che suona molto bene, nella quale il gruppo non dice nulla di nuovo sul suo stile, ma che comunque piace e sicuramente rimarrà.

"Viva La Gloria", si apre come una ballad melodica, con un bell'intro di piano, molto orchestrale con anche dei violini in sottofondo, per poi arrivare  al classico ritornello punk

La 5 s'intitola "Before Lobotomy", ha sonorità un pò strane e sperimentali, che all'inizio catturano ma dopo un pò stufano.

"Christian's Inferno" è la più veloce e cattiva del disco una sorta di ritorno alle origini, è la "Saint Jimmy" di questo album insomma.

La 7, "Last Night On Earth", è un'altra ballad che si apre col piano, con atmosfere un pò alla Beatles, è però forse un pò monotona.

"East Jesus Nowhere" è un'altra bella scarica di energia, potente e veloce, come solo i Green Day sanno fare, ricorda però un pò "Hitchin a Ride".

La 9 s'intitola "Peacemaker", è una traccia sperimentale per lo stile dei Green Day, molto riuscita e che ci fa capire come questo gruppo voglia evolversi e non riproporre sempre le stesse cose

"Last Of American Girls" è la 10, non ci propone nulla di nuovo e anzi è uguale a 1000 altre canzoni dei Green day, però è comunque coinvolgente e cattura subito.

La nuemero 11 "Murder City" è un'altra traccia in pieno stile Green Day, molto orecchiabile, che riprende le sonorità di American Idiot, e nonostante sia comunque una bella canzone sa molto di già sentito.

La 12 s'intitola "Viva La Gloria Little Girl", si apre con un pezzo di piano in stile tarantella, è forse una delle più sperimentali del disco, e rimanda a sonorità un pò gitane e zingaresche.

"Restless Heart Syndrome" è la 13, anche questa è una canzone piuttosto melodica, caratterizzata da tastiere e chitarre acustiche, una ballad, forse però un pò troppo debole, con alcuni pezzi che ricordano Bulevard Of Broken Dreams.

"Horsesholes And Handgrenades", la 14, è un altra canzone che ripropone lo stile per cui la band s'è fatta conoscere, riff molto orecchiabili e duri, anche qui però, nonostante sia un bel pezzo, sa molto di deja vù.

La 15 è "The Static Age", apre con una base di batteria in primo piano, per poi esplodere con le chitarre, anche questa è una traccia melodica ma allo stesso tempo rokkeggiante.

"21 Guns", la 16, è la traccia più lunga del disco, quasi 6 minuti, è una canzone con strofe melodiche, che ricordano un pò "What If God Was One Of Us", e ritornello in cui esplodono le chitarre elettriche, sicuramente un potenziale singolo.

La 17 è una traccia in 2 atti, che riprende l'intro, si riallaccia agli esperimenti fatti in American Idiot di unire più tracce, qua però i Green day imparano dagli errori e non fanno una traccia troppo lunga, ma una canzone molto coesa e compatta, cosa che non accadeva col precedente album.

"See The Light" è l'ultima canzone del disco, ripropone la linea melodica dell'inizio della title track, una degna chiusura per un concept album.

A mio avviso quest'album non è un capolavoro come il precedente, però va anche ascoltato molto secondo me prima di poterlo giudicare, e questa è una recensione ancora a caldo, ho ascoltato l'album solo un paio di volte; è vero di anni ne sono passati 5, e forse ci si poteva aspettare qualcosa di più, però con la musica che viene prodotta in questo periodo forse il meglio che possiamo avere è proprio questo disco, che è molto bello ma sicuramente non privo di difetti.

Le tracce a mio avviso sono troppe, il disco dura 71 minuti  e forse era meglio puntare sulla qulità che sulla quantità, molte canzoni sono uguali a 100 altre canzoni del guppo, va comunque dato atto ai Green Day di aver saputo sperimentare con il loro stile creando spesso risultati interessanti, in attesa magari di un prossimo album, speriamo fra meno di 5 anni, totalmente fuori dagli schemi.

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