Questo disco è di una pochezza imbarazzante. Ho ascoltato recentemente tutta la "trilogia", composta da Uno!,Dos! e Tre! e devo ammettere che questo capitolo di intermezzo risulta persino il migliore della combriccola. Ciò fa capire bene quale sia il livello generale.

Ma prima introduciamo il disco: nel 2012, reduci dal pessimo "21st century breakdown", di cui onestamente non salvo nulla, i Green Day hanno la bella pensata di regalare ai fan non uno ma ben tre cd, perchè hanno troppo, troppo materiale tra le mani. Col senno di poi viene da pensare che prendere il meglio di tutti e tre e farci un unico cd sarebbe stata la soluzione migliore (anche se si sarebbe impoverito il portafoglio ).

E dunque nel settembre 2012 arriva negli scaffali "Uno!", la prima parte, definita dal leader Billie Joe un album power pop che dovrebbe scatenare nell'ascoltatore un effetto simile all'inizio di una festa. Ciò che invece provoca è una noia mortale mista a disgusto per quest'ultimo album così spudoratamente commerciale e anonimo nel suo voler dire tutto e non sapere dire niente. Dopo il flop il leader cercherà di salvare il salvabile dicendo che il meglio verrà col secondo capitolo. Crediamogli, ho pensato, e quindi apprestiamoci all'ascolto di Dos!, che si presenta già male,con una delle copertine più brutte della storia della musica. Ma vabbé, quello è il meno.

L'album parte con See you tonight , una intro decisamente poco azzeccata, che ricorda Song of the century dell'album precedente ma con meno epicità.

L'intro ci porta a Fuck Time, una canzone che definire imbarazzante è poco. Non si capisce dove voglia andare a parare, sembra presa dai Foxboro Hot Tubs. Non parliamo poi del testo, che sembra scritto e cantato dal peggiore Vasco. Il punto più basso della carriera della band.

Stop when the red lights flash è un discreto pezzo pop rock, nulla di che, mentre con Lazy Bones si vede un barlume di luce. Probabilmente il pezzo migliore dell'album. Wild one e Makeout party non hanno davvero nulla da dire, passano e neanche te ne accorgi, per poi arrivare al singolo Stray Heart, insopportabile pezzo studiato appositamente per arrivare ai primi posti delle classifiche. Se mi avessero detto che il pezzo era cantato dai Finley mi sarei sorpreso solamente del fatto che il pezzo era in inglese. Questo è forse l'emblema del disco: è impossibile riconoscere i Green Day, in qualsiasi forma li avessimo conosciuti in passato. In confronto, 21st century breakdown è un capolavoro.

Le canzoni successive sembrano tutte simili fra loro, impossibile riconoscerle, ma vale la pena soffermarsi su Nightlife, la cosa (non ho il coraggio di definirla musica) più brutta che abbia mai sentito non solo dei Green Day ma in generale. Una tamarrata di dimensioni apocalittiche che a confronto Fuck Time è un capolavoro. L'album termina con una lagna insopportabile dedicata alla scomparsa Amy Winehouse, dove Billie Joe e una chitarra acustica si prendono la scena per chiudere un album veramente brutto, migliore solo dei suoi compari Uno! e Tre!

Vorrei a questo punto fare un appello agli amici di Berkeley: smettetela di vendere le chiappe per qualche soldo in più e fate la buona figura di ritirarvi, o se proprio volete fare ste oscenità cambiate nome e non infangate il nome della band che ci regalò album pregevoli come Dookie e Insomniac. Perchè quella era una band che voleva divertire e fare dell'onesto pop rock, quelli erano i Green Day. Questi chi sono? Probabilmente non lo sanno neanche loro, ma di sicuro non i Green Day. Quelli sono morti da anni. 

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