Di solito non mi piace giocare a campana in un campo minato. Preferisco attività più godibili e rilassanti, quali l'ascolto di musica leggera e la prevenzione del cancro alla prostata. Tuttavia, in un giorno di cazzeggio estremo, spulciacchiando qua e là mi sono reso conto che nel leggen-dario DeDatabase nessuno aveva ancora scritto una sola parola su questo EP; e, sentendomi particolarmente stronzo, non ho potuto esimermi.
Non credo che i Green Day abbiano bisogno di prolisse introduzioni. Tutti voi sapete che sono un gruppo emergente dalle lapidazioni di chi ci capisce qualcosa di musica; un gruppo che ha imparato tutti i trucchi del mestiere, capace di portare alla superficie temi di cui non si vuol più sentir parlare, come la morte, nonché vincitore di numerosi Grami Awards che hanno procurato loro ammirazione dei nuovi giovani talenti e anche l'attenzione di qualche bella gnocca.
Non ho neanche intenzione di stare a perdermi dietro a quisquilie tecniche: voglio arrivare subito al dunque, per provare a darvi l'idea del caleidoscopio di emozioni in cui questo incredibile trio riesce a farci immergere. Vi basti sapere che qui c'è ancora Al Sobrante, non Tre che è tanto Cool, e che l'etichetta dell'EP è la Lookout!,con cui hanno inciso Operation Ivy, Rancid, Screeching Weasel. E poi questi qui. La copertina raffigura un grazioso bulldog con la stessa espressione di una ragazzina che fantastica su Billie Joe.
La prima canzone, "Paper Lanterns", parla del suddetto Billie e dei suoi dolori da giovane Werther: continua a pensare a una ragazza di cui potrà essere solo amico e se ne sta nel letto sgranocchiando biscotti e chiudendo il pugno- ed ecco perché poi per lui la masturbazione verrà perdendo tutto il suo divertimento. Cazzo! Quant'è punk quest'immagine! E io che credevo che il punk fosse questo. Mamma mia, che sbadatello!
Si va avanti su questa sublime falsariga: "Why Do You Want Him?" vede lo sc-emo alle prese con una cocciuta adolescente media fidanzata con uno stronzo medio. Tematiche profonde e struggenti. Roba di nicchia per teste di nicchia. Che dire poi di "409 In Your Coffeemaker": quando Billie canta "could not seem" ci si sente pervadere da un furore, un'esaltazione che solo certi urli di Rollins sanno infondere. "Knowledge", infine, si candida ad essere la migliore del lotto...aaah, ma aspetta, è una cover! Ora tutto si spiega! Certo però che ascoltare i Green Day che coverizzano il gruppo che ha composto "Artificial Life" fa un po'male. E se con "wide open road of my future now...it's looking fucking narrow" Michaels intendeva dire certe cose, ai Green Day probabilmente sono solo caduti gli occhiali. Però il rutto di tributo finale rimette le cose a posto, anche se avrei preferito un modello "Borghezio esprime un'opinione" o "quindicenne in canottiera alla fontanella dell'acqua". Un tocco di classe, comunque.
Non mi resta che mandarvi qui. E, se non altro per scusarmi del tranello della gnocca, almeno qui. UH!
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