"Io non vado in tele a fare la macchietta
 Io non lavoro grazie a una marchetta
 Non ho l'agente che da la mazzetta
 QUELLO E' IL SISTEMA E QUESTA E' LA VENDETTA!!!"

da "L'ennesima volta".

Bellissima gente,

siamo abituati a pensare che, quando un artista esce da una band di successo o comunque si concede di fare un disco solo soletto, da lui ci dobbiamo aspettare o qualcosa di molto simile a quello a cui eravamo abituati con la suddetta band, o al limite a una sua imitazione scadente. Invece il buon Grido, in vacanza dagli altri suoi Gemelli DiVersi, mi ha stupito!

Insomma, ascoltando i pezzi dei Gemelli già si intuisce che quanto a rime e metrica lui sia una spanna sopra al (seppur non malvagio) collega Thema, ma con questo suo esordio solista fa sfogare un'anima hip hop che poche volte in precedenza avevamo avuto occasione di vedere! Innanzitutto i pezzi sono tutti prodotti da un THG che qui è il massimo della grazia: se eravamo abituati a vederlo come un semplice DJ di scena che poco ci azzeccava con le sonorità pop e spesso strumentali dei Gemelli, qui ci fa vedere che, quanto a beat, non ha nulla da invidiare a mostri sacri del settore made in Italy come Dj Jad o Don Joe.

E poi c'è Grido.

Con la sua metrica e la sua musicalità inpeccabili, con le sue rime al contempo semplici e ricercate, con le quali ci racconta le sue idee e le sue storie. Storie di bagordi fino all'alba (le divertenti "Torniamo a casa lessi", "Non ce la fai più") e di vita sfrenata (la pomposa "Superblunt"), storie che lui si vede intorno quando passeggia per le strade della sua Cologno Monzese ("Cologno Beach") ma anche più autobiografiche e intimistiche (la bellissima "Per l'ennesima volta", e la malinconica ma energica "Sei come me") o rabbiose ("Io Grido") andando a toccare anche argomenti attuali o più o meno ideologici: dalla situazione musicale nel Bel Paese ("Una musica sola"), all'ideale di donna che si è venuto a creare in questa società ("F.U.F.F.A.", acronimo con il quale lui etichetta le classiche fighette da facciata), passando dalle droghe leggere (l'interesante "Come farla su") fino ad arrivare al demone che si nasconde dentro ognuno di noi (la geniale "Doctor Weed", a mio parere la punta di diamante del disco quanto a rime, base ed argomento). 

L'amore, argomento pricipe dei Gemelli, qui è trattato nella sola "Fumo e malinconia", ma se la si ascolta si capisce subito che è un testo molto personale, elaborato e per nulla banale. 

Come per nulla banale è tutto il disco, con basi mai scontate permeate dagli ironici testi di Grido che a mio avviso con questo lavoro si conferma come uno dei migliori rapper che il panorama italiano possa offrire.

Bella.

Carico i commenti...  con calma