Diciamolo subito, per non lasciare spazio a dubbi: cinque anni d'attesa non sono stati vani.
Nell'anno del signore 2004, i Grip Inc. tornano alla ribalta con il loro ultimo full-lenght, "Incorporated". Dall'ultimo album in studio ("Solidify", 1999), data la lunga attesa, era iniziato a serpeggiare qualche dubbio sulle sorti del trio anglo-statunitense. Poi, finalmente, qualcosa si è mosso. Ed eccoli qua, icona del metal moderno, pronti di nuovo a sorprendere con un sound sempre in evoluzione, quasi un rettile che affronta la sua ennesima, imprevedibile, affascinante muta.

"Curse (of the Cloth)" irrompe nelle casse con un riff veloce e serrato, che immediatamente lascia spazio ad uno stacco di chitarra classica spagnoleggiante che spiazza subito la mente dell'ascoltatore. Waldemar Sorychta, chitarrista e mente del gruppo, non smette mai di stupirci. La canzone procede con un mid-tempo, che a sua volta viene interrotto da un'accellerazione devastante, con un Lombardo sugli scudi, che sfonda il suo drumset quasi fosse un muro da abbattere. E di muri ne abbattono i Grip Inc. Parecchi anche.
"Enemy Mind" è una delle canzoni più sperimentali dell'album: stupenda la parte iniziale di chitarre che ci ricordano una sorta di flamenco, supportato dalla ritimica versatile di Lombardo, un sottofondo quasi tribale. "Skin Trade" è forse la traccia più furiosa del platter, e di sicuro non ci fa rimpiangere le mitiche "Verrater" e "Foresight" (schegge sonore di "Solidify"). Di sicuro non mancano i ritmi lenti, come in "(Built To) Resist", completa di archi e tastiere, e la stupenda "The Gift".
La palma d'oro per l'originalità va certamente alla traccia di chiusura "Man With No Insides": una partenza veloce dominata dalla doppia cassa di Lombardo lascia subito spazio al ritornello. Qui la canzone si fa veramente curiosa: una strofa sussurrata di Chambers è accompagnata dal sottofondo sinistro di una tastiera che ci rammenta i film horror di serie B, con tanto di risatona di sottofondo. Se poi aggiungiamo i cori di baritoni-bassi, che accompagnano la voce, il cerchio si chiude. Last but not the least, ottima prestazione del vocalist Guy Chambers, che sciorina linee sempre ispirate e trascinanti.

Una particolare nota di merito va al prezzo dell'album: trovare una new entry del mercato a meno di dieci euro (!!!) è veramente raro. Se poi si tratta di materiale di questa qualità, beh, viene quasi da chiederti se non ti stiano prendendo per il culo.
Insomma, c'è di tutto in questo "Incorporated", diverse influenze e stili accorpati (o meglio "incorporati"), frullati e restituiti all'ascoltatore con un unico minimo comun denominatore: il Metal. Thrash, Post-Thrash, Metal moderno, chiamatelo come volete, quel che conta è che sia ciò che il Metal dovrebbe essere adesso: lontano dall'ottusa chiusura mentale di certi generi a compartimenti stagni, sempre pronto ad esplorare nuovi lidi, a contaminare e farsi contaminare. In una parola, a progredire. Cometa di un cielo ormai spento e fiacco, i Grip Inc. portano una ventata di fresco nei mille rivoli che rimangono della scena. Questa ventata si chiama "Incorporated", non lasciatevela sfuggire.

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