Svegliati! Alzati!

Il 1978 sarà l'anno del nostro viaggio intorno al Sole. Sei pronto per partire? Lo spazio comsmico ci attende. La musica del Sole è pronta ad accarezzarci le orecchie con una delicatezza tale, come delicate mani avvolte da soffici guanti di velluto formati da stelle. Guanti di un abito da sera e noi che balliamo questo folle valzer spaziale. Manca poco alla partenza, conto alla rovescia. Siamo pronti e si parte, si sale su verso lo spazio. Il viaggio è veloce, ancora più veloce, sempre più veloce. E lo spazio circostante si fa sempre più indefinito, contorto e irrealizabile. Siamo diretti verso il cosmo infinto alla velocità della luce. Sentiamo suoni indefiniti, mai uditi prima. Ancora non so dire se fossero grida d'aiuto o canti ancestrali e primitivi. E quando sembra di essere vicino allo schianto fatale, ecco che rallentiamo e si, siamo proprio nello spazio più profondo.

"La senti la musica del Sole? La senti la musica del Sole? La senti la musica del Sole? La senti la musica del Sole? La senti la musica del Sole? La senti la musica del Sole?"

Un pittore invisibile dipinge questo quadro con il solo uso del nero e del blu, e delle loro sfumature. Di tanto in tanto, ci piazza una stellina lì e un'altra là, qualche piccolo pianeta, una nube cosmica. Piccoli particolari che ci fanno credere di essere realmente dove siamo, anche se tutto sembra ancora troppo onirico e sognante per apparire vero. Non ci devo pensare, meglio riprendere la nostra escursione alla ricerca della zona oscura dei pianeti e dei loro segreti, a capire da dove proviene questa musica che ci accompagna, con ritmo sempre più incalzante. Lentamente, tra un astro e l'altro, tra una cometa e un meteorite, riesco a trovare, forse, una scia da seguire. In genere siamo pacifici, ma qualche volta ammetto che abbiamo dovuto sparare per difenderci. Da cosa non saprei dirvelo assolutamente, magari dalle nostre allucinazioni. Il grammofono proietta nell'etere una marcetta militare e un comunicato si diffonde nelle nostre orecchie:

"Wir möchten es nicht versäumen Sie darauf hinzuweisen, das der künstliche Nebel, den Sie bereits seit 10 Minuten einatmen, eine äußerst giftige Substanz darstellt, die bereits nach wenigen Augenblicken zur Bewusstlosigkeit und zum Tode führen kann. Wir danken Ihnen für das Vertrauen, das sie uns entgegengebracht haben."

Non vogliamo mancare nell’indicarvi che questa nebbia, che da dieci minuti respirate tossendo, costituisce e presenta una sostanza estremamente velenosa, che già dopo pochi attimi può causare svenimento o addirittura la morte. Vi ringraziamo per la fiducia che ci avete dato.

Correre, solo questo riesco a fare, correre a più non posso verso quella scia che stavo seguendo. Non posso fare altro che raggiungerla il più velocemente possibile. Mi attira come un ragno fa con le sue prede grazie alla ragnatela, solo che quest'ultime ne sono incoscienti. Io, invece, so benissimo cosa faccio, ma non so verso cosa sono diretto. L'unica risposta è quella musica che ormai, ne sono certo, proviene dal Sole. Ed eccolo lì: il Sole. Mi siedo e lo ammiro, lascio che i suoi raggi mi inondino da cima a fondo e che il suo suono echeggi nel mio corpo. In queste occasioni non c'è molto da dire, basta soltanto sapersi abbandonare ai sensi in una sorta di sonno cosciente e lasciare che lo spirito faccia tutto da se e una volta svegli, il cervello saprà cos'è stato e ce ne renderà coscienti e ci sentiremo migliori. E così sarà ogni qualvolta ascolterai la musica del Sole. Restare all'infinito qui è impossibile, bisogna ritornare. Ma c'è una canzone anche per il ritorno, un po' malinconica forse, ma una canzone che ha il sapore di un arrivederci, una canzone che ti soddisfa ma che ti da la voglia di riascoltarla di nuovo, riascoltare di nuovo la musica del Sole.

Mi alzo e spengo la radio.

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