Siamo alle solite. La crisi dei costumi e la perdita dei riferimenti morali fino l'anticamera del tracollo totale: I Growing sono Kevin Doria e Joe DeNardo, sciamani dell'ultim'or(d)a, autori di dischi tipo Blade Runner su vhs pluriregistrata, con il chiodo di riverberare lo spettrale suono delle loro menti bruciate.

Una fantascienza sonica ammorbata da una specie di flusso (techno?) per istituzioni di beneficienza; musica unta, mesmerica, tanto fluida e logorroica quanto perniciosa e gravida di scenari (e)scatologici: mi vengono in mente paragoni strani, penso ad Eno invaso da vermi degli abissi. 

Qui più che altrove il trip epico del duo esplode in una colonna sonora per lounge-bar popolati da alieni tricefali: il suono atmosferico e galattico diventa l'icona della sproporzione tutta moderna tra l'essere ed il dover essere, tra un mondo senza confini, dominato da galassie riverberate senza dimensioni reali (vedi "Lateral" che è più o meno un test di fabbrica per flanger affidato per Sbaglio a Kevin Shields) e il pattume della vera realtà ("After Glow" ha una linea di chitarra che "ricorda il rock (??) ma che più probabilmente è frutto di qualche incesto pomeridiano tra Golowin in ritardo per le consegne cosmiche e lo scazzo dei My Bloody persi in qualche acquoso down mescalinico).

Dove è la verità? Fino a che punto questa nuova onda cosmica "weirdo" è una seria forma d'arte? Che non si tratti in fondo del nero cono d'ombra in cui si bruciano le energie di tanti nostri giovani? Cosa significa questa marmellata, quanti rivoli di acqua velenosa si perdono in questo delta canceroso popolato da strane presenze, invece di infiltrarsi nelle casse stereo ad alta fedeltà?

Ovviamente non ho le risposte, tuttavia mi piacerebbe interpretare le ritmiche sconnesse di "Swell", colpi in picchiata in una specie di alba rave tumorale, e vorrei poi capire se ci sia un sottotesto per leggere le ondate oceaniche di "First Contact", febbrile altalena per fuzz e dinamiche del terzo tipo. Il dubbio resta.
In ogni caso per l'ascolto dei Growing è indispensabile qualche pastiglietta di Lorazepam, oppure l'idea che si tratti di una truffa vi farà rimpiangere di aver creduto alle mie parole; dopotutto io sono un loro fan.

Teneteli d'occhio, ma da lontano.

Post Scriptum: La carriera dei Growing è costellata di "grandi successi planetari". Ovviamente dalle parti di Nippon-Koku sono delle stars, gente che fa il pieno ai concerti (?). Per non cadere nel sonno fatale o farsi semplificare dalla falce dell'abulia tipica dell'overdose da tranquillanti consiglio anche il "capolavoro" "All The Way", dove i due fanno la figura dei cavernicoli che scoprono il fuoco. Ottovolanti di phaser, discese ed ascese techno per subacquei mentali.

Carico i commenti...  con calma