Guido Buzzelli, che per molti è un nome come un altro, è stato uno dei più grandi talenti narrativi e innovativi del fumetto italiano (ma direi anche d'oltr’alpe). Figlio di pittori a sua volta, esordirà a soli 18 anni nel fumetto per poi, passati degli anni tra la pittura e l’illustrazione, tornarci dalla metà degli anni 60 fino alla fine (è morto nel 1992).
L’opera di Buzzelli si rifà a una certa lettura psicanalitica della realtà coniugata a un senso di visionarietà davvero in anticipo sui tempi, tanto che certe sue opere, come questa “HP” (realizzata in coppia con lo sceneggiatore Alexis Kostandi) sono ancora di un’attualità imbarazzante.
Il suo tratto, veloce e da bozzetto-pre-dipinto (pare che non facesse nemmeno le matite ma che illustrasse direttamente col pennino sul foglio!) fa da sfondo a questa storia assai poco incoraggiante riguardo al nostro futuro.
In HP viene infatti immaginato un mondo prossimo venturo in cui si fronteggiano due tipi di società: una burocratizzata, verticalista, regolata da leggi ferree e pressoché inutili (vi ricorda qualcosa?) e l’altra fatta da una massa di reietti senza una chiara ideologia, homeless, ribelli, anarchici e liberi pensatori che, faranno di tutto (e male) per osteggiare la prima (ogni riferimento a una certa opposizione attuale è quasi casuale, anche se era il 1973!).
Un’opera imparentata a certe visioni orwelliane, ma intrise di riferimenti al cupo mondo di H.P. Lovercraft a cui il titolo fa esplicito riferimento, anche se qui non mancano incursioni nel western e nella fantascienza B movie (!).
Ma HP non è solo “cupo grigiore”.
Nelle varie scene (spesso epiche, tra cavalli che trainano auto ormai in disuso, proto navicelle volanti simili a barche e assurde pseudo-locomotive) si avverte una senso di “solarità latente”, una certa bizzarria e allegria (se vogliamo anche “incoscienza”) nell’affrontare un futuro incerto e per nulla ottimista.
Come se la voglia di mettersi in gioco (e di vivere tutto come fosse “un gioco”) avesse la meglio sulla triste e grigia realtà del quotidiano.
Qualcuno, secoli fa, diceva “La Fantasia Al Potere” e mai come in questo fumetto, pluripremiato in Francia e nel resto del mondo, se ne avverte la sincera messa in pratica.
Godetevi lo spettacolo visivo di Buzzelli. Ne vale davvero la pena.
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