Versate in uno shaker un inglese (voce e tastiere), un brasiliano (chitarre), uno scozzese (percussioni) ed una donna canadese (basso), agitate bene ed otterrete i Guillemots, che hanno debuttato il 10 Luglio scorso con il loro primo album ufficiale: una raccolta di 12 tracce (alcune già incise in precedenti EP), forse non tutte dello stesso livello, ma ugualmente candidato nelle prime tre posizioni, nella personalissima classifica dell'anno in corso.

"Through The Windows Pane" è un album splendido e maturo, che lascia il segno in maniera profonda e loro sono bravissimi. Ricco di molteplici sonorità, bellissimi gli arrangiamenti, anche se talvolta potrebbero essere un po' troppo ruffiani, ma la sorpresa è sempre dietro ogni nota, perchè hanno molte maniere per "sorprendere l'ascoltatore" (riuscendovi) e non solo tra le varie tracce. C'è moltissimo in questo CD: musica orchestrale e minimale, pop, swing, jazz e noise legati assieme da un pizzico di sonorità brasiliane. Il tutto si fonde con melodie dilatate e malinconiche ora, energetiche e brillanti dopo, accompagnate dalla voce semplicemente splendida di Fyfe Dangerfield che la fa da padrone, tra archi ed ottoni.

Non si sa mai cosa ci aspetta e così potrebbe sembrare anche troppo stordente (e lo è), ma il tutto è invece ben calibrato dando un evidente sonorità originale. Il brano iniziale Little Bear e quello finale San Paolo racchiudono l'essenza di 'Through The Windows Pane': il primo presenta la profondità dell'album, con 5 minuti dolcissimi di “musica classica”, il secondo, con quasi 12 minuti di purezza musicale, ci presenta la sua poliedricità e completezza, che si conclude con gli urli a squarcia gola di Dangerfield, il carnevale di Rio ed il frastuono di “un qualsiasi strumento”, per spegnersi in una ammorbante quanto breve ninna nanna. Affascinante. Troppe cose da de-scrivere, perchè l'imprevedibilità è il vero soggetto di 'Through The Windows Pane', ogni brano è una storia ed un suono diverso. Va solamente ascoltato per lasciar scorrere libere le proprie emozioni ed i propri sogni.

La speranza è quella di trovarli nel prossimo futuro nuovamente a questi livelli creativi (ma sarà mai possibile?), però adesso è troppo presto per pensarci, adesso è solo il momento di gustarsi affondo questo magnifico lavoro. Saluti, Addison.

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