Gli Ayreon al capolinea? Sembra proprio di sì: la saga del mondo fittizio creato da Arjen Anthony Lucassen si chiude a quanto pare con la raccolta Timeline, che contiene un eloquente brano inedito, Epilogue: The Memory Remains, che narra la fine del mondo umano e dei "Forever", esseri soprannaturali che avrebbero seminato la razza umana. Per questa canzone, registrata appositamente per il best of, Lucassen si avvale di una sua nuova scoperta, il belga di Gent Jasper Steverlinck, un grandissimo cantante che a tratti ricorda vagamente Freddy Mercury, ma con un'impronta personalissima. Scoperto grazie ad un fan che gli ha mandato una mail segnalando band di alternative rock Arid, ove Steverlinck cantava, Arjen ha subito trovato il feeling giusto con lui, ed insieme hanno deciso di dare vita ad un (ennesimo) side-project, o forse qualcosa di più definitivo, ma questo non ci è ancora dato saperlo vista la peculiare natura dell'eclettico Lucassen.
La natura del progetto Guilt Machine è molto differente rispetto al solito: non più una miriade di ospiti, ma una formazione quasi stabile, che annovera oltre ai due già citati, il bravo batterista Chris Maitland (ex-Pocupine Tree) e la grande chitarrista svedese Lori Linstruth, compagna e manager di Lucassen, che già aveva suonato con lui negli Stream Of Passion e in 01011001. Anche sotto il profilo delle lyrics, le parole non sono più frutto di Lucassen ma della Linstruth che è riuscita a mettere su carta le temaiche volute da Arjen, totalmente diverse dagli Ayreon. Nei Guilt Machine si ha infatti un abbandono dei soliti temi fantascientifici, per una ricerca della "psicologia distruttiva della colpevolezza e del rigetto, oltre che della più oscura forma dei segreti, ossia quelli che nascondiamo a noi stessi", come ha affermato Lucassen stesso.
Cosa deriva da una simile rivoluzione? Innanzitutto un incupimento generale della musica, che da' origine ad atmosfere molto grevi, cosa che conferisce alle sei lunghe composizioni eccessiva pesantezza (come nell'opener "Twisted Coil"). Personalmente sono convinto, al di là delle ottime premesse, doti vocali ecc., che i cantati di Jasper Steverlinck non si allineino molto a quello che è il mondo musicale di Arjen Lucassen e dei suoi vari progetti. Anzi, l'apporto della sua impronta vocale orientata all'alternative da luogo a volte a cantati piuttosto deboli (come in "Green And Cream" o "Leland Street"). Anche la musica è molto diversa all'abituale stile Ayreon, con meno sintetizzatori da space rock sostenuti da chitarroni rock e un minor uso di strumenti particolari come flauti e mandolini, se si eccettuano le parti di violino di Ben Mathot ("Season Of Denial" oppure "Over"). Viene lasciato spazio alle tastiere quasi solo per le parti di sottofondo e di sostegno.
I momenti musicalmente buoni ci sono, ma vanno ricercati sparsi qua e là nell'album, come nella conclusiva "Perfection?". Lori Linstruth alla chitarra è disumana, per tutta la durata del disco offre performance impeccabili con il suo caratteristico modo di usare wha e tremolo, mentre Arjen è sempre ultra professionale sia nella ricerca dei suoni che nel modo di suonare chitarra ritmica, oltre al suo peculiare modo di suonare il basso, che però si sente un po' poco, forse volutamente mixato a volumi inferiori.
"On This Perfect Day" non è un disco che riesca nel complesso a comunicarmi molto, abbastanza al di sotto delle aspettative. Le premesse del trailer visibile su youtube prima dell'uscita di questo lavoro a mio modesto giudizio sembravano destinate a dare luogo ad un album di molta più sostanza.
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