Scrivere una recensione di "Appetite For Destruction". Perchè farlo? Già in molti lo hanno fatto sul sito ed è un album del 1987! Mio Dio... eppure non resisto. Forse è perchè ancora oggi a distanza di 20 anni se non lo ascolto almeno una volta nell'arco di un mese mi manca qualcosa? Scrivere una recensione di questo disco qui è come gettare un osso in un orda di cani bavosi. Ma questo mi diverte. Voglio parlarvi delle SENSAZIONI che provai all'epoca. L'album uscì in California nel 1987 ma entrò con successo nelle classifiche italiane solo l'anno dopo, coi singoli "Paradise City" e "Sweet Child o' Mine". Nel 1987 ero un bocia non ancora metallaro. Faceva dannatamente caldo quel pomeriggio di fine primavera nella mia stanza. Craxi era al governo, le "Sebago" si vendevano a panini, e al cinema davano "Full Metal Jacket". Sullo stereo girava la cassetta dei Duran Duran, alla parete erano appesi i poster dei Pink Floyd, mentre su DJ television c'era un intervista a Madonna. Avevo un pacchetto di Marlboro verdi alla menta, una scatoletta di tabacco da naso "Snuff" e "Jinn Fizz", nascosto nello zaino. Esattamente un anno più tardi ero ancora lì. Avevo 15 anni (cazzo!). Sul mio letto in un caldo pomeriggio di giugno. Pensavo come avrei mai potuto passare a settembre, gli esami delle tre materie che mi avevano appena rifilato quel mattino stesso. Craxi non era più al governo, si stravendevano le "Vans" e non andavo al cinema da un anno. Sullo stereo girava la cassetta dei Dire Straits e avevo un "puvrone" in VHS da vedere in tv. Però, ero seriamente "preso male"! E fu così, che mentre "il Lello" stappava una "Sapporo" (sopra le mie traduzioni di latino) "il Luni" si avvicinò al mio stereo e disse: "ascolta Beso, questa musica è il futuro. Tu ascolti roba da ricchioni". Estrasse dalla tasca due cassette. Una aveva in copertina una curiosa croce con 4 teschi ai lati e uno centrale; l'altra, un disegno a fumetto di una mano che teneva con dei fili da marionetta le croci di un cimitero (l'altro mio grande amore, i "Tallica"). Leggendo i titoli, chiesi: "e chi cazzo sono sti tamarri coi capelli lunghi"? GUNS N' ROSES?
Non feci a tempo a finire la frase che la mia stanza pop-dance da ex paninaro, fu profonata da un ondata di volume "AB (qualcosa?)-norme", di musica mai sentita prima. Era distorta, urlata, cattiva, veloce. Dissi disgustato: "non ascolterò mai sta mer..!" Beh... il mio primo Beso-Mix (1989, su cassetta), inizia con "Welcome To The Jungle", dei Guns'N'Roses. Un anno più tardi ancora "il Lollo", NIKON manuale al collo, fotografava l'embrione del nostro primo gruppo metal. I mitici "Mitres and Tulips". E che foto...! Oggi a distanza di vent'anni, posso tranquillamente asserire che quel pomeriggio del 1988, segnò emblematicamente un passaggio di era. Il tramonto definitivo dell'infanzia a-problematica e l'ingresso nell'adolescenza finto-problematica. Che in contemporanea segnò sotto il punto di vista musicale il mio passaggio dal pop al metal. Così come la fine dell'adolescenza e l'ingresso nel mondo degli "adulti"... problematico, fece finire la mia era metal ed iniziare quella elettronica con la scoperta dei Depeche Mode e dei NIN. La "Gibson Les Pauls" di Slash in saturazione su Marshall valvolare a chiodo. Una chitarra che fino ad allora avevo sentito usare solo dai blues-men. La foto di Izzy con gli occhi socchiusi e quel modo di suonare un pò alla "Rolling Stone". Cazzo le uniche ritmiche che anche con davanti allo spartito, erano impossibili da rendere come lui. Suonava troppo "sporco"! Ma la sua chitarra sotto, a volte troppo nascosta dagli assoli di Slash era fondamentale! Difatti era il maggior compositore del gruppo e quando se ne andò, più nulla tranne la fuffa! Il basso un pò Punk di Duff Rose. Eppure seguiva tutti senza essere un fenomeno. La batteria di Steven Adler (una sega dal vivo!). Quadrata ed essenziale. E quei testi... tutto trasudava alcol, droga e sesso. La voce di quel ragazzo (Axl) della campagna americana arrivato nella grande città degli angeli. Si guarda intorno e non capisce. Lui è cresciuto tra fienili e bandiere patriotiche, in quell'America "WASP" che gli aveva voluto far imparare il pianoforte classico per darsi un tono. Si sentiva a disagio tra puttane, pusher, messicani, neri, ed ebrei con le botteghe di lusso nel centro. "Welcome to the jungle" baby e avanti! Un pezzo perfetto nella sua imperfezione, un pò come tutto l'hard rock. Perchè "It's so easy" trovare una trombata facile per un ragazzo bello come lui in quella città con quella intro a toni bassi che esplode poi nel ritornello squillante. E allora sale sul "Nightrain" dell'alcol e degli eccessi. E si capisce al terzo pezzo riuscito di fila che si sta ascoltando un grande album. Persino un brano riempitivo come "Outta get me" alla fine ti fa andare la testolina. "Mr. Brownstone" (una delle mie preferite) tocca la sperimentazione in un veloce tribale-cantilenato e assecondato da fraseggi chitarristici pieni di effetti wha-wha che escono dai mesa boogie. E poi il ritornello. La novità dei Guns 'n Roses nell'hard-rock (ignorata da tutti) sta nei testi delle melodie che accompagnano quasi tutti gli strumenti. Il signor "pietra marrone" ti porta all'arpeggio di "Paradise City". Cazzo il fischietto!?! Geniale. Il tocco di classe. Dà il via al cambio di ritmo a fine intro e laggiù nel pogo parti a tirare cartelle.
Un attimo di pausa ci sta e quindi l'intro di "My Michelle" sembra far iniziare un lentone. E' invece un brano assoluto. Forse il migliore che i Guns n' Roses siano riusciti a produrre. "Your daddy work in porno, Now that mommy's not around". Cosa gli devi dire? Axl nella sua violenza teppistica al massimo livello. Quasi da Alex di "Arancia Meccanica". "Think About You" altro riempitivo veloce e carino poi "Sweet Child O'Mine". La "finta ballad". Quante scop....! Talmente tante con quel sottofondo che fu l'unico pezzo che non riuscivo più a sentire a distanza di anni. Stupenda! "You're Crazy" mi piace di più nella versione semi-acustica in "Lies". "Anything Goes" è invece un pezzo sottovalutato. Perchè è l'unico pezzo hard-rock puro di tutto l'album che si chiude con "Rocket Queen". Un pezzo a scatola cinese che in realtà ne contiene 3, dedicato ad una ex di Axl cantante delle "Rocket Queen" per l'appunto. Ho i crampi alle dita. Addio. Di getto senza rileggere dicono si scrivano le cose migliori...
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