"Appetite For Destruction" è il primo album di studio dei Guns N'Roses, risalente al lontano 1987 e prodotto dalla Geffen. Deve il suo nome ad un opera datata 1978 di Robert Williams, che, come si può ammirare anche all'interno del CD, raffigura un dragone di fuoco dotato di armatura che difende un' inerme bionda venditrice di robottini Mr. Mini-Mite dalle insidie di uno stupratore meccanico.

 All'epoca del primo album dei Guns, e cioè prima che Axl cominciasse a licenziare la quasi totalità dei membri della band, essa poteva vantare un vocalist come W. Axl Rose, i cui incredibili gracid...ehm, vocalizzi, ben dialogavano con le chitarre di Izzy Stradlin' e soprattutto del formidabile Slash, con il basso di Duff "Rose" McKagan e la batteria di Steven Adler, in seguito cacciato dal gruppo per i suoi problemi legati, indovinate un po', all'abuso di sostanze stupefacenti.

Certo "Appetite For Destruction" ha dei difetti, come ad esempio la poca fantasia dei testi, che sono incentrati essenzialmente solo su tematiche sessuali e che non apportano sostanziali modifiche al topos ampiamente sfruttato nell'ambito dello sneaze rock/glam metal anni '80, o il fatto che alcune tracce tendano un po'ad assomigliarsi fra di loro. Però, a parte l'indiscutibile perizia dei musicisti, superiore a gran parte dei contemporanei e ahimè anche ai giorni nostri difficilmente eguagliabile, questo album ha la rara capacità di far venir voglia, anche nei momenti più bui, di saltare, gridare, cantare a squarciagola seguendo gli acuti improbabili di Axl o i superbi assoli di Slash. Credo che il termine più atto a definire questo interessante fenomeno sia "fomento".

Appetite For Destruction si apre con la celeberrima "Welcome To The Jungle", che potrei con un eufemismo definire esuberante, e prosegue con altre tracce più o meno orecchiabili quali "It's So Easy", "Out Ta Get Me", "Think About You", "Anything Goes" o "You're Crazy" (Quest' ultima originariamente era stata incisa in versione acustica, riportata in Guns N' Roses Lies, l'album successivo, che include, oltre alle canzoni registrate nel 1988, anche quelle dell'86). Oltre ai brani sovracitati, il disco contiene anche vere e proprie perle, come l' indescrivibile "Paradise City". Altre canzoni davvero molto belle sono "My Michelle", "Nightrain", "Mr. Brownstone", la quale presenta un'interessante variazione rispetto al resto dell'album, in quanto tratta del rapporto degli artisti con la droga (celebre la frase "Stiamo diventando tutti come Mr. Brownstone", con cui il prode Axl usava cazziare i vari componenti del gruppo), oppure "Sweet Child O'Mine", che Slash definì "a sappy ballad" (e secondo me aveva ragione), ma che con il suo assai noto riff ha molto contribuito alla fama del grande chitarrista-che ora milita nei Velvet Revolver, di cui fanno parte anche altri ex-Guns N' Roses, Duff e Matt Sorum. Ma il brano che preferisco in assoluto è forse "Rocket Queen", la dodicesima, ultima traccia del disco, la cui prima parte ostenta il paradigma Sex-Drugs-RN'R-Donna-Sono-Un-Figo-Nessuno-E'-Degno-Di-Allacciarmi-Gli-Stivali-Di-Coccodrillo fino alla nausea, per poi sfociare in un testo ed in una musicalità insospettabilmente dolce, che si conclude in un carnevale di virtuosismi.

Un CD così emozionante va assolutamente e religiosamente ascoltato, ma, almeno a me, lascia un  po' con l'amaro in bocca, in quanto appartiene ad un passato recente che nella sua grandiosità sembra lontano anni luce dal panorama musicale odierno. La musica dei Guns N' Roses ha portato ai suoi massimi splendori una corrente non solo musicale, ma anche sociale e culturale che, aldilà di un mero giudizio "bello\brutto", ha significato molto vent'anni fa, ma ormai è decisamente sorpassata. Siccome però la nostra epoca non ha offerto alternative degne di questo nome, o lo ha fatto relegando gli artisti più meritevoli, con qualche eccezione, in un ambiente piuttosto underground, io non so davvero stabilire se sia meglio rimanere attaccati a miti che non sono i nostri o cercarne degli altri che rappresentino tutti noi ragazzi del 2008, con il forte rischio di non trovarli. 

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