La leggenda racconta che Mike Clink, l'allora produttore dei Guns N' Roses, abbia trascinato a forza i cinque gunners, strafatti di droga e di alcool tanto da non reggersi in piedi, in sala di incisione per registrare, in un solo giorno, il set acustico che comporrà il lato B di questo disco.
Ma andiamo con ordine: siamo nel 1988 e il disco di debutto della band, Appetite for destruction, è in vetta alle classifiche di mezzo mondo. La Geffen Records, annusando odore di altri soldi, decide di ristampare l'ormai introvabile EP di debutto dei Guns, Live like a suicide che la band si autoprodusse nel 1986 e che rappresentò un po' il biglietto da visita da presentare alle varie case discografiche.
Tuttavia il disco risultava troppo striminzito, composto da soli 4 brani, e da qui l'idea di associarci un altro gruppo di 4 canzoni totalmente acustiche registrate in presa diretta, senza eccessive sovrincisioni o diavolerie elettroniche.
GN'R Lies, erroneamente considerato un mini album, bissò il successo di Appetite, catapultando la band nell'Olimpo dei grandi dell'hard rock. La prima parte del disco, e cioè Live like a suicide, consta di 4 brani registrati live in piccoli club, tra cui la cover del brano Nice boy, cavallo di battaglia di un semisconosciuto gruppo australiano, i Rose Tattoo, che ben rappresenta lo spirito aggressivo e ribelle dei 5 Guns, nonchè del brano Mama kin degli Aerosmith, vera band ispiratrice per Axl e soci.
A completare vi sono due brani inediti, Reckless life e Move to the city, chiaro esempio di rock stradaiolo e dissacratore che di tanto in tanto la band riproporranno anche nei mega concerti da stadio.
Dopo questa scarica di adrenalina pura, un dolce arpeggio di chitarra acustica, seguito da un motivo fischiettato ci introduce alla splendida Patience, uno dei classici della band, che per la prima volta ci mostra il loro lato più intimistico nonchè tutte le potenzialità dei nostri, capaci di esplorare il rock più tradizionale in tutte le sue sfaccettaure.
La successiva Used to love her è un brano country, senza lode nè infamia, mentre You're crazy è la versione acustica dell'omonimo brano contenuto in Appetite for destruction, che ne lascia però inalterata l'aggressività.
La conclusiva One in a million verrà più ricordata per il testo a sfondo razzista, in cui Axl griderà più volte il termine offensivo "nigger", che per la sua intrinseca qualità, tanto da spingere la band a non risuonarla mai dal vivo.
Così dopo 40 minuti scarsi termina l'ascolto di quella che ha più il sapore di una mossa commerciale che di un intento della band di creare un vero disco, forse anche perchè i problemi erano così tanti che quello di nuove incisioni era l'ultimo pensiero di Axl e soci. Difatti a breve il baratro si sarebbe allargato trascinando i nostri in un tunnel senza fine fatto di droghe ed eccessi vari, che solo dopo qualche anno e dopo varie cure di disintossicazione ci restituirà 4/5 della band (Steven Adler non ne è mai uscito) pronti ancora per fare la storia del rock. Questo è il classico disco di transizione, ma comunque una tappa immancabile per chi vuole conoscere tutto di questa storica band.
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