Ognuno di noi associa al nome Guns'n'Roses, degli aggettivi e delle sensazioni del tutto personali e relative.
Il destino vuole che il sottoscritto odi, sin da quando ha incominciato ad ascoltare buona musica, i tanti fattori che costituiscono questa rock-band. Oltre a non essermi mai appassionato della loro musica, se non per qualche raro episodio, ho sempre accostato le mie sensazioni audio-visive ad un “qualcosa” di poco sincero e molto antipatico. Axl Rose su tutti. Un essere a mio parere eccessivamente egocentrico, verso i musicisti con cui a collaborato e soprattutto verso i fans.

Ma per fare una decente recensione bisogna essere obiettivi. E se vogliamo essere obiettivi e inutile parlare di “odio”. Parliamo di musica. Il discorso in questo campo è abbastanza chiaro: chi ha tutti i loro dischi, eviterà di spendere inutilmente del denaro per questo prodotto. Invece gli ammiratori implacabili del gruppo molto probabilmente compreranno questo disco. Dovranno pure colmare quel vuoto nello scaffale che da ben sette anni aspetta invano di dare il benvenuto all’ormai famosissimo “Chinese Democracy”, no? Proprio queste vicissitudini, legate alla falsità di Mr. Rose, hanno dato vita a questo inutile album.

Ma l’inutilità di questo disco non è rappresentata dal fatto che si tratti di un Greatest Hits. Il problema è che nemmeno i componenti della band volevano farlo uscire (con tanto di petizione), ne tanto meno sono stati d’accordo sulla scelta dei brani da parte dell’Universal. Un' insulsa operazione commerciale insomma, che può solamente ringraziare il grande acume di Axl Rose per aver portato all’esasperazione un’etichetta discografica (un compito arduo!), che ha speso 13 milioni di dollari per un album fantasma che probabilmente non verrà fatto mai uscire, se non in modo pirata o non ufficiale. Siamo presumibilmente giunti al vero crepuscolo della band, che ormai da parecchi anni non fa altro che far agitare la critica in vista di un loro possibile ritorno.

Il contenuto del disco è oltretutto asciutto. Gli amanti della band non si troveranno davanti i migliori pezzi, ma una scelta volutamente commerciale che rispecchia in pieno la loro carriera sonora, volta a piacere soprattutto ai teen-ager e/o alle ragazzine innamorate di qualche componente della band.
La valutazione del disco è fatta in rapporto alla qualità di un paio di brani, come “Don’t Cry”, “November Rain” e “Knockin’on Heaven’s Door”, che veramente meritano di essere ricordati. Inserita inoltre la cover dei Rolling Stone “Symphaty for devil”, concretizzata dalla band nella colonna sonora del film “Interview With The Vampire”.

Risparmiatevi questi 20 euro.

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