"Amo molto il cinema indipendente. Il problema è che oggi devi comunque legarti alle grandi case di produzione e ai loro meccanismi perversi. In alcuni casi si è esposti alle stesse restrizioni di sceneggiatura e di stile che vengono imposte ai blockbuster". Parola di Gus Van Sant.

Quando scorri la filmografia del regista statunitense ti viene da pensare che quanto abbia affermato sia un mezzo per giustificare la realizzazione di film che poco hanno a vedere con il suo cinema, quello che inevitabilmente riconosci. Sarà anche una questione di gusti, ma personalmente credo che lungometraggi come "Elephant" siano di gran lunga migliori delle produzioni che hanno permesso a Van Sant di conquistare Hollywood come "Will Hunting" o "Scoprendo Forrester". Non perché voglio impuntarmi sulla stramba idea per cui il cinema indipendente abbia un valore artistico superiore a quello che al contrario ha maggiore visibilità perché con alle spalle gli sconfinati capitali di grandi case di produzione, ma perché è proprio attraverso i film indipendenti che il regista ha lasciato un'impronta vera, riuscendo a non rimanere immobile dietro la cinepresa, ma ad essere in ogni sequenza, trasmettendo la sua personalità.

Oggi sono pochi i registi che sanno mantenere un proprio stile senza stagnare nella ripetitività. Sarei riuscito a indovinare che il regista di "Mala Noche" è Van Sant anche senza aver letto una guida, e non perché ho capacità divinatorie o perché sono un esperto. Il merito è tutto suo. Dopo aver lavorato ad alcuni cortometraggi, la maggior parte dei quali tratti dai lavori dello scrittore William Burroughs, Gus Van Sant giunge al suo primo lungometraggio, questa volta basato sul racconto autobiografico di Walter Curtis.

Ci troviamo nell'Oregon, precisamente Portland. Walt è un commesso che si innamora di un clandestino messicano minorenne, Johnny il quale è riuscito a superare la frontiera insieme ad altri suoi connazionali. Quest'ultimo non dimostra alcun interessamento nei confronti di Walt nonostante le continue pressioni e la proposta di denaro che potrebbe aiutarlo. Quasi per reazione al rifiuto, Walt finisce per avere un rapporto sessuale con un  amico di Johnny, Pepper in realtà disinteressato a Walt sul versante sentimentale mentre dimostra l'intenzione di sfruttare il suo aiuto per migliorare la sua condizione precaria. Per migliorare i rapporti, Walt decide di organizzare un viaggio in automobile insieme ai due, ma le sue aspettative saranno tradite dalla fatalità: Pepper viene ucciso dalla polizia e Johnny fugge.

Ancora una volta Van Sant dimostra di non essere particolarmente attaccato alla trama nonostante si dedichi ad essa con evidente cura. Il punto di forza del cinema del regista statunitense è riposto nei personaggi. Già con "Elephant" e con "Last days" la buona riuscita della pellicola è completamente affidata al ritratto psicologico di ognuno dei componenti del cast. Anche in "Mala Noche" il regista lascia spazio ad ogni personaggio evitando che il lavoro si frantumi nel tentativo di analizzare diversi punti di vista, ma al contrario riesce a organizzarsi conservando omogeneità. Il film è stato girato con un budget di soli 25.000 dollari, cosa che in alcuni casi verrebbe utilizzata come una valida giustificazione alle grossolanità, ma non in questo. Proprio la mancanza di fondi cospicui ha obbligato alla rinuncia relativa a determinate attrezzature fra cui le luci e infatti l'opera, realizzata in bianco e nero, ripone la sua peculiarità nell'uso di fasci di luce che tagliano letteralmente la scena e che sanno non appesantire. Altre caratteristiche degne di nota sono sicuramente la capacità di ricreare atmosfere squallide popolate da individui viziosi, maligni, disturbati, frustrati e l'idea di inserire delle riprese effettuate dai protagonisti stessi con una 8mm.

Un film che anticipa molto di Van Sant e che non delude. Rispetto alle opere successive "Mala Noche" non ti tiene incollato allo schermo, cadendo in più punti dove il regista non sa dosare bene gli obiettivi e le possibilità (Non solo finanziarie) di un esordiente.

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