Il mito di Orfeo è celeberrimo, ma per qualche oscuro motivo si tende spesso a ridurlo alla doppia perdita della moglie Euridice.. eppure la storia continua: Orfeo non vuole più avere nulla a che fare con le donne, ma le Menadi, innamorate di lui, non lo accettano e lo uccidono facendolo a brandelli. La sua testa finisce nel fiume e continua a cantare per l'eternità.
E' questo il momento scelto da Gustave Moreau per il suo quadro. Una giovane ragazza, lo contempla assorta (probabilmente ancora sensibile al suo talento poetico) e leggermente triste. Nonostante il profilo greco, il vestito che indossa evoca piuttosto l'India con ricchi drappegi, ricche decorazioni... E' una costante di Moreau e molte sue produzioni flirtano palesemente con l'India più che con la Grecia mitologica. La sua sagoma alta e snella non ha nulla di provocante e si segue la linea del suo corpo giù giù fino ai piedi... un po' tozzi, stonano col viso grazioso: ma se fosse invece un trucco per attirare l'attenzione sulle tartarughe? Si dice infatti che la lira fu inventata proprio a partire da un carapace di tartaruga: Hermes la uso' come cassa di risonanza e una volta completata, la donò infine a Apollo, dio della poesia... e poeta era il nostro Orfeo, la cui testa riposa proprio su quello strumento.
Per una sorta di riflesso, i nostri occhi si spostano dal basso verso l'alto.. e a sinistra cosa appare? Un gruppo di flautisti, altri artisti, questi vivi: come un invito a non limitarsi a venerare le produzioni del passato (pur sempre meravigliose), ma a osare continuare a creare, dal momento che l'ispirazione è qui. Ma c'è un momento per tutto: ora è tempo di lutto, di raccoglimento, di silenzio: e quindi la nostra attenzione deve dapprima concentrarsi sulla giovane taciturna. Il pittore sembra insistere soprattutto sul potere dell'arte: il paesaggio è a dire il vero piuttosto desolato e la rupe dove stanno i musicisti non ispira proprio fiducia... Eppure, cosa appare vicino alla testa di Orfeo? un arbusto di frutta (arance?)! E' come se l'arte avesse il potere di trasfigurare la realtà, e del resto tutto sembra avvolto in un'atmosfera onirica o più semplicemente magica grazie a quelle nubi là in fondo.
Ho avuto la fortuna di vederlo... stavo con due mie amiche al museo di Orsay, a Parigi, e non sapevo nemmeno che questo capolavoro fosse là. Rimasi lì a contemplarlo estasiata: sensibile alla luce soffusa della tela, alla grazia che emanava, a quelle tartarughine, così umili e perse nell'oscurità, eppure così grandiose.. come una specie di percorso: la lira alla base dell'arte poetica, Orfeo il poeta per antonomasia, e infine la posterità, lì in alto, ma non con gli occhi rivolti su, verso l'ideale, ma in basso, verso la testa di Orfeo come se da lì avessero tratto l'ispirazione per la loro opera... un po' come Moreau che partì da quel mito per dipingere il suo quadro.
Carico i commenti... con calma