Ci mancavano tanto le vere follie chitarristiche alla Allan Holdsoworth, poiché nessuno dei neo chitarristi decide di spingersi in territori sonori ancora inesplorati. Ma per rimediare a tutto ciò c'è il nuovo "scienziato" Guthrie Govan che con il suo "Erotic Cakes" spiazza letteralmente l'ascoltatore e gli appassionati della sei corde. Govan con quella sua aria eccentrica, l'impostazione molto particolare, ci regala un prodotto nuovo, dal sound vivace, intelligente, e arricchito da una vena decisamente folle (soprattutto per certe soluzioni e passaggi di cui non si capisce come siano stati concepiti). Raccogliendo le varie influenze dei maestri delle sei corde (curioso ed interessante il video in cui riprende il sound dei suoi miti "imitandone" lo stile) ci regala questo album con il titolo di una puntata dei Simpson.

Il primo brano "Waves" grazie ad una melodia trascinante e positiva usando i legati, ci ricorda molto il sound di Zappa che Guthrie annovera fra le sue principali influenze; il brano continua con eccentriche svisate e scale dichiaratamente jazz e un ottimo utilizzo degli armonici. Passiamo subito dopo alla traccia che da il titolo dell'album e dove è presente la parte più imprevedibile e distorta del chitarrista; il brano inizia in un bellissimo tempo dispari a cui si sovrappone un riff di chiara matrice tech metal; il brano continua con una serie di spiazzanti cambi di tempo e distorsioni acide, il tutto accompagnato da un eccellente sezione ritmica e con la presenza di un ottima incursione nei territori atonali. Il terzo brano "Wonderful Slippery Thing" inizia con un ritmato basso in slap che anticipa l'atmosfera decisamente jazz e funk di tutto il brano; Govan in questo pezzo si cimenta in riff dal tono ironico e virtuosistico, scambiandosi i ruoli con il basso elettrico che risponde con effetti ritmici molto coinvolgenti. La quarta traccia "Ner Ner" esplode in un ritmato riff di chitarra acustica che sfocia nell'elettrico e potente riff principale per poi continuare in una serie di licks fusion che rendono l'atmosfera del brano molto calda ed esplosiva caratteristica del sound dell'album. La quinta traccia "Fives" ha un incedere di chitarra molto delirante e fortemente ipnotico per continuare con un sound molto fresco; da notare la parte in tapping verso l'1.45 fortemente suggestiva e con potenti sincopi e stop, il brano si sviluppa su scale raramente usate eseguite ad alta velocità, interessante l'assolo di basso. Nella sesta traccia si sente l'influenza di Vai con lo sfruttamento di effetti che rendono il mood molto positivo e vivace, grazie anche all'impetuoso slap che accompagna tutto il brano e l'utilizzo saggio dell'harmonizer. La settima traccia dal sapore rock n' roll all'interno ha un privatissimo utilizzo degli armonici artificiali e di vorticosi ma pur sempre delicatissimi virtuosismi. Dopo l'impetuosità delle traccie precedenti proprio per volere spezzare il tutto Govan inserisce nell'ottavo brano un atmosfera rilassata ma che desta subito attenzione per l'ottimo arrangiamento. Il nono brano è un normale brano jazz-fusion molto anni ottanta sempre suonato con la maestria di Govan. Ma è con l'arrivo di "Rhode Island Shred" che si nota come Govan abbia voglia di divertirsi; in questo brano riprende un country dal sapore moderno e con molta attenzione lo velocizza, lo arricchisce di scale, gli da un suono molto bizzarro e scoppiettante, e con i suoi continui su e giù sulla tastiera da un atmosfera molto eccitante e di divertimento (la follia umana dove può arrivare).

"Hangover" inizia con una serie di accordi aumentati uniti a un perfetto timing di basso a cui si aggiunge un suono di chitarra molto rassicurante ma con le sue astratte divagazioni. Per finire un ottimo album che vede la bravura di Govan ( anche stimatissimo didatta) di saper sperimentare non vergognandosi di citare i suoi maestri, la sua buona proposta musicale, l'ottimo utilizzo di scale e armonie atipiche. Tanti complimenti alla sezione ritmica con il fratello di Guthrie al basso Seth Govan che con le sue linee intelligentissime gioca un ruolo importante nella creazione dell'atmosfera del disco: complimenti anche al drummer Pete Riley che in certi punti dimostra di avere una tecnica molto efficace e un suono preciso.

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