Sempre spigolando in rete (e nello specifico su YouTube) durante queste serate estive, mi è capitato di imbattermi in uno dei vecchi film di James Bond interpretati da Sean Connery. Rivisto a distanza di tanti anni dalla volta scorsa, "Agente 007, una cascata di diamanti " non solo mi ha dato l'impressione di uno stanco episodio della saga bondiana, ma mi ha fatto riemergere dal database dei miei ricordi un articolo giornalistico di mezzo secolo fa (il film uscì alla fine del 1971) . Nell'intervista allora riportata (non ricordo più quale fosse il giornale) il giornalista stupito intervistava Sean Connery dopo che quest'ultimo si era prodotto in un'abbondante libagione a tavola partendo da vari antipasti fino ad arrivare al cosiddetto ammazza caffe' e, senza risparmiarsi nel frattempo le altre portate, chiudere in bellezza fumando un bel sigaro Havana.
Nulla da obiettare sulle gioie della tavola (allora il buon Sean era vivo, abbastanza giovane e d in buona salute) , a certificare che l'attore era ormai parte integrante del mondo dello spettacolo ed era diventato meritatamente famoso dai tempi del primo film della serie di Bond. Ci poteva stare concedersi lussi ed agi della celebrità, buon cibo, bevande di pregio e contorno di belle donne. Ma lo stesso Connery era perfettamente consapevole che il bravo attore non doveva fossilizzarsi in un eterno e ripetitivo ruolo fonte solo di grandi guadagni. Era proprio il caso di accettare nuovi ruoli in altri film. E da ciò ne conseguivano altre scelte recitative dello scozzese, anche se poteva capitare di ritrovarselo ancora, ogni tanto, nei panni dell'agente segreto 007.
E per questo, a mio parere, ritenere come molti che il miglior Bond sia stato quello interpretato da Connery mi convince parzialmente. È vero fino a "Thunderball" incluso, ma da "Si vive solo due volte" è lo stesso attore a non apparire del tutto convincente nel ruolo, quasi fosse lì per mere esigenze mercantili (forse anche lui avrà dovuto saldare bollette regresse della luce e gas..) e con il pensiero rivolto ad altri eventuali cimenti cinematografici.
In "Agente 007, una cascata di diamanti" le premesse di partenza farebbero ben sperare dal momento che il regista è Guy Hamilton, lo stesso che diresse "Missione Goldfinger" nel 1964. Solo che quest'ultimo era un film avvincente e dal ritmo incalzante e ciò non si può proprio dire del primo citato . Questa volta il cattivo di turno è un certo Blofeld, che ha pure il vizietto di ricorrere a perfetti sosia per disorientare avversari (e anche noi spettatori .) . La sua mania di grandezza si accentra sull'incetta dei diamanti (e qui non mi dilungo sui lunghi giri mortali dei preziosi dal Sud Africa , all'Olanda per finire in USA..) e lo scopo è quello di far lievitare la quotazione degli stessi sul mercato, per poi mirare alla destabilizzazione internazionale . Per questo manda in orbita satelliti carichi di diamanti e inizia a colpire le basi missilistiche delle superpotenze (il solito megalomane..). Ovviamente, con James Bond il mondo può dormire sonni tranquilli e potete immaginare quale sarà l'esito del finale esplosivo...
Detto così ha l'aria della solita minestra riscaldata dei film bondiani (tratti da avvincenti romanzi d'azione a firma di Ian Fleming) . Si notano semmai alcune interessanti sfumature in aspetti secondari, come la coppia di sicari di Blofeld tratteggiati come sadici killer spiccatamente omosex tanto da guardare con aria disgustata le bellezze muliebri al seguito di Bond. Fra queste spicca , a mio parere, oltre a Jill St. John soprattutto Lana Wood che sfoggia abiti così strizzati da porre in gran risalto un paio di tette titaniche e da indurre Bond a far battute grevi e scontate di doppio senso (per poi essere invitato inaspettatamente dalla stessa a bere qualcosa e a passare alle vie di fatto sessuali..) .
Da notare poi che l'agente segreto non è sempre intento a darsi da fare a letto con le bonazze di turno. Dovendo salvare le sorti del mondo, in questo film ricorre ben poco agli ultimi ritrovati tecnologici e semmai è impegnato in scatenati inseguimenti automobilistici (un must dei film americani..) e in gigantesche scazzottate da cui emerge vincente.
Ma è proprio in questi ardui cimenti fisico agonistici che risalta un limite ben visibile ad occhio nudo : non occorre avere l'occhio clinico del sarto per notare quanto Sean Connery non sia più l'attore aitante e snello di dieci anni prima, bensì sia sovrappeso . Pantaloni e giacca sono troppo su misura e bontà sua che la finzione cinematografica può farci credere nella sua agilità vincente sui cattivi di turno . E il mondo dovrebbe sentirsi tranquillo se sulle sue sorti vigila un agente segreto rimbolsito da abbondanti libagioni e fuori forma fisica? Suvvia, siamo sinceri..
A dirla tutta (forse sarò malizioso) quando i produttori di "Agente 007, una cascata di diamanti " scritturarono Sean Connery nei panni dell'agente non poterono non concedergli un cachet stellare per averlo sul set. Lui sarà stato chiaro : sì a condizioni di essere pagato a peso d'oro . E così, prima e durante le riprese del film, si sarà ben rifocillato, quasi dovesse affrontare una "grande bouffe" enogastronomica.
Fortuna vuole che, successivamente, il nuovo Bond divenne l'attore Roger Moore (elegante anche se di levatura televisiva) e Sean Connery scelse ruoli diversi in film più ambiziosi ed interessanti. Ma questa è tutta un'altra storia ..
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