"Noi, che da antichi
Tempi ci incontrammo,
Noi, oscuri poeti
Che mai riposano,
Generatori di azioni salvatrici -
Noi, che già forgiammo,
O fratello, la lancia
Affinché, avvolto
Nella pace del suo splendore
Nei nostri spazi
Maturi per te il seme -
Di nuovo salutiamo
Noi, anelli della catena,
Te, il Salvato,
Il Vincitore di oggi!
Chi vince se stesso,
Dal mondo si svincola.
Colui che più non lotta
Divenga un anello!"
C'è un equivoco eclatante nell'esaminare questa pellicola, uno viene dal compararla con le altre opere del regista, che di fronte a questa si ridimensionano macchiette per cinefili roadmovie di bocca buona, l'altro è l'approccio razionale, empirico, di esaminare una cosa con strumenti spuntati. Chi è che critica e stronca il film semplicemente non conosce la materia trattata.
La veste gangsteresca del ritmo fa sì che la mistificazione dell'azione possa lubrificare subliminalmente l'enorme portata dell'informazione proposta. Il non cogliere l'essenza dello scacco matto servito ci può stare, ma una critica di mancanze "visive" getta nel ridicolo l'inquisitore di turno, lo perdoniamo perché "non sa quello che vede"?
Le traiettorie di cogliere momenti cristallini dei disegni imperscrutabili di Dio è onerosa nella constatazione laddove lo spettatore è un'anima giovane che "tira a campare", altresì susciterà un interesse nelle anime un po' meno infettate dall'ego e tormentate dall'accorgersi che non sono più "tutte d'un pezzo". Poi per i pochi che già sanno a che gioco si gioca, lo stallo psichico del passato si ricorderà con tenerezza, rinforzati da una compassione per gli altri che non vivono in verità.
E insomma l'avversario che ci fa un culo come un secchio dalla mattina alla sera sta dentro di noi e noi crediamo che siamo lui, e gli vogliamo pure bene! Pensiamo, desideriamo, agiamo per conto di altri credendo che siamo noi. Inaccettabile non credete? Ci può stare, il veicolo biologico è la tentazione dell'identificazione per eccellenza, la palestra dell'eterno ritorno è quello.
Già la parvenza di sentire la puzza di bruciato dei parassiti astrali che ci manovrano sarebbe una conquista notevole, poi saperli eliminare lì son cose grosse dove 'sto potere di "redimere" ce l'hanno le anime antiche con una scorza millenaria di santità che se non sei allenato a quello stantuffo sacro, quando li incontri cambi marciapiede. Dunque cambiano gli scenari ma la guerra è sempre quella tra il bene e il male, se così vogliamo inquadrarla, la guerra è SOLO psichica.
E così risulta che candidati alla liberazione sono stimolati alla soluzione del "problema" da Angeli che volutamente fraintendono celestialità, risultando di gran lunga più pezzi di merda dei "cattivi". Va da sé che quando uno riesce a vedere un po' dell'invisibile che lo circonda ridimensiona le trame facilone dell'inferno inquadrando il conseguimento dei peccati capitali come un encefalitismo animico di fronte alla Luce della solitudine del Paradiso. Ed è sempre sulla Fede che si va a parare, la Fede che illumina le tenebre, la Fede verso l'esistenza dell'amore di Dio.
E al protagonista non viene rivelato niente, solo constatazioni, argomenti di riflessione, proposte senza tacito accordo, gnosi selettiva, logica dell'aldilà. Uomo avvisato mezzo salvato, non si delega, uno poi se la deve vedere da solo, come quando nasci, come quando muori, solo... Le giustificazioni lasciano il tempo che trovano, l'appiglio è negato nell'estatica precipitazione, il Salto è cruento. Ma tutto è materiale perciò lo scorticamento profondo che viene dall'essere umiliati è la mano Santa che ci permette di evolvere. 'Sta miserabile carcassa dovremmo sballottarla un po', non credete?
E abituati con filmacci d'azione costati milioni e milioni che quando girano muovono più la cinepresa rispetto ai protagonisti che non ci si capisce un cazzo, qui il girato permane immobile filmando l'atto. Da lì che viene qualche avventato commento negativo sulla noiosità intrinseca del ritmo. Ma chi glielo dice che qui non si filma "azione"? Che il prodotto non si incula di pezza lo spettatore?
Il film è divertentissimo nella sua "pesantezza" nello stimolare indirettamente di essere un pochettino presenti nel non scaldare solo la poltroncina ed evolve in una sparizione disturbante nella sua enormità di proporti la dimensione del premio nel numero impossibile che si raggiunge raddoppiando i chicchi di riso ad ogni casella della scacchiera, iniziando con un chicco. Provate a calcolare...
Facilone come tanti l'entusiasta Re che ci era cascato nell'abboccare a questa richiesta da parte dell'inventore del giuoco degli scacchi: "Chiedimi qualsiasi tesoro per ricompensa a questa fantastica invenzione! Vorrei tanti chicchi di riso, iniziando con uno alla prima casella e raddoppiando di casella in casella, fino alla fine della scacchiera... Ma mi chiedi così poco? E sia!" Quando iniziò a capire in che impiccio si era infilato, il Re risolse tutto facendo tagliare la testa al "birichino" inventore, pragmaticità decapitativa regale.
Ammantato di un coattismo Lasvegasiano di giri dervisci di roulettes brillantinate, fiches e polvere bianca, il film ci espone un ventaglio d'alto borgo di possessioni dove l'ego regna sovrano. A parte il protagonista, constatiamo la presa di coscienza di Sorter, il killer pelatino con impermeabile e occhiali che sembra un ragioniere imbranato e sfigato ma che risulta una lucida macchina mortifera, un angelo sterminatore al posto sbagliato che si accorge che "qualcosa non va". Lui che non sbaglia mai inizia a vedere l'infinita misericordia di Dio che gli comunica che il delirio d'onnipotenza non porta mai niente di buono. Ed ecco che la redenzione gli viene offerta e lui la coglie ("Ok, adesso basta") in un'estasi di rassegnazione e gioia del ricongiungimento col proprio Dio interiore, sacrificando coscientemente la propria vita.
Aleggia costante la presenza del burattinaio che muove i fili, sta a noi cercare di tagliarli, un lavoro enorme perché "questo mondo è suo". C'è la fila per entrare nella cerchia dei favori di Sam Gold, "il signor clandestino, il signor ambiguo, il signor mistero, il signor magia nera, il signor conducoioilgioco, nessuno vede Gold ma Gold vede tutto quanto, nessuno resta vivo se scontenta Gold, nessuno sfugge a Gold". I più scafati "delinquenti" con la coda tra le gambe elemosinano una collaborazione sempre più assidua nel calderone che cucina anime. La vecchia segretaria luciferina fa tirare il collo ai pretendenti per saggiare il livello di possessione raggiunto, per testare chi è disposto a tutto: "tutto questo sarà tuo", se firmi qui...
La magnificenza dell'estraniazione raggiunta da Jake Green di fronte al boss Macha (un superlativo Ray Liotta) che dal delirio autocelebrativo precedente ("Mi devi temere, mi devi temere!") passa alla confusione della messa in discussione della sua realtà in questa dimensione, ci mette a conoscenza di cosa è la nube alchemica: è l'impalpabilità raggiunta di fronte al "male" che contro la Luce non può fare più niente. L'intoccabilità è mediata da quella polvere di stelle che è di pochi: polvere siamo, polvere torneremo, di stelle appunto...
La prova non richiesta che non si è mai perso il bandolo della matassa sta nell'assenza dei titoli di coda che ti comunicano il reset di "ricominciare tutto diversamente", cosa che a me amante del cinema soprattutto nell'aspettare i titoli di coda e guardarli fino all'ultimo fotogramma, ha suscitato una gioia impersonale nell'ammirare lo schermo nero di un'insolutezza gnostica di un "to be continued" proiettato all'infinito.
In sostanza non c'è consapevolezza di quanto incida il "basso astrale" nella vita di tutti i giorni, dietro le patologie psichiche c'è un mondo invisibile che condiziona pesantemente la nostra vita reale. Lo stallo animico permane nel continuare a giocare a questo gioco: "lascia tutto e seguimi", arrendersi è l'unica soluzione per calmare "i bollenti spiriti".
Il sorriso ebete del Buddha, il dialogo interiore, dejá vu, l'ego che tiranneggia, il risveglio, la beatitudine e la dannazione, l'abluzione di quelle due teste di cazzo di Avi e Zach nell'acqua gelata, evasioni con sparizioni, fisica quantistica, astro scacchi matti, formule d'eternità scarabocchiate qua e là, ascensori Paternoster, il silenzio delle "mosse", giocare a golf senza buche, giocare tutto sullo "0": "Jake non mi puoi fare questo, restiamo insieme, siamo amici!".
Chi va con lo zoppo impara a zoppicare, il gobbo si raddrizza solo nella tomba, per diventare più Santo devi "giocare" con entità più Sante di te. Ti senti pronto ad un'azione radicale? Fa la cosa "giusta", mi raccomando.
"A RIDOSSO DEI RUDERI, I TRIONFI"...
Carico i commenti... con calma