Equilibrio.
Questa sola parola potrebbe essere quella che più si avvicina a definire la vera forza di quest'album. Un album assolutamente poliedrico, che potrebbe mettere d'accordo amanti della musica classica e cultori del metal estremo in un turbine di emozioni indescrivibili. C'è il growl, come ci sono voci femminili da soprano, ci sono chitarroni come ci sono violini, c'è la batteria come ci sono i timpani. Si canta in tedesco come in inglese, in latino come in italiano. C'è Metal quanto musica classica. Fa capolino qua e la un certo folk, che svanisce di fronte a musica che sembra uscita da una corte del settecento. Ci sono tanti elementi, all'apparenza contrastanti, che qui si incontrano e si intersecano, senza mai sovrapporsi, senza che un elemento prenda il sopravvento sugli altri: ed ecco l'Equilibrio.
Da questa originalissima Band formata da ben diciotto elementi tra chitarristi, growlers, soprani, violinisti, tenori, pianisti, organisti, violoncellisti, flautisti, clarinettisti e batteristi, capeggiata dal possente Asis Nasserij, cantante, chitarrista e principale compositore, nasce "Eppur Si Muove", incredibile concept album incentrato sulla figura del geniale Galileo Galilei, che con le sue scoperte ha contrastato e infine distrutto la dottrina Aristotelica ecclesiastica, che vedeva la terra al centro dell'Universo; "Eppur Si Muove!", la celebre esclamazione di Galilei, riferita al nostro pianeta, che gli sarebbe costata cara: l'Inquisizione, che dopo anni di torture lo costrinse ad abiurare in cambio della vita. Subito dall'opener "All'inizio è la morte" si entra in un'atmosfera incredibilmente evocativa, e se i potenti cori iniziali sono seguiti da una narrazione in tedesco, sono i vocalizzi dei soprani che precedono l'entrata delle chitarre e infine del violento Growl di Nasserij, e allora ecco che cresce la velocità e i violini, affiancati dalle chitarre, travolgono e lasciano esterrefatti, per poi rallentare, e di nuovo ripartire, e di nuovo la dolcezza del soprano si alterna alla brutalità del growl, ed ecco che la canzone finisce, e un intermezzo dal sapore barocco trascina verso "Per Aspera Ad Astra", più aggressiva delle precedenti all'apparenza; ma è nello stacco centrale che si rimane ammaliati dai ritmi quasi folkeggianti, accompagnati dal fragore delle onde, e da un solitario violino arrivano le chitarre, e magicamente ci si riaggancia al trascinante riff centrale.
Ed ecco che tra ritmi medievaleggianti si apre allegra prima, malinconica poi, "Of Might Divine", destinata a trasformarsi in una sfuriata ai limiti del Death Metal, tanto per sottolineare l'imprevedibilità del songwriting di questi Haggard. "Herr Mannelig", posizionato dopo l'intermezzo Vivaldiano "Gavotta In Si-Minore", è forse il brno meno riuscito dell'album, forse un pò troppo semplice, e davvero poco rappresentativo per quel che riguarda le sonorità del lavoro, che ancora deve mostrare il meglio di se, e lo fa con "The Observer" e "Eppur Si Muove", veloce la prima, più cadenzata la seconda, dove, oltre ad un incredibile coro soprano, si fa notare uno stacco di Growl nella lingua di Dante, uno dei momenti più esaltanti dell'album. A chiudere il tutto, il piano malinconico di "Largetto/Epilogo Adagio".
In conclusione "Eppur Si Muove" è un capolavoro di songwriting, che per la sua poliedricità va oltre ogni tipo di catalogazione, e che per il suo equilibrio può riuscire a soddisfare molteplici palati. Consigliato.
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