Invito al caos numero 2.

Già ce l'avevano fatta pagare (con l'esordio).

Una scheggia di anarchia nella più totale ordinarietà. "Il mezzo Giapponese", famoso per la cover "Tangled Up In Blue" del guru Dylan, si può rilassare sull'ossessiva idea di cosa proporre di nuovo. Quest'ultima è veramente la domanda da farsi dopo un bagliore come il primo lavoro. Lo zenit di un'espressione, o più brutalmente, di un progetto.

Il rumore più cieco non è mai stato così creativo.

Menti buttate letteralmente nella psiche plasmata dalla voglia di disubbidire.

Loro non ci stanno.

Eludere il concetto di normalità per dare un segnale, anche troppo evidente, del sovvertire qualche posizione. Implacabile confessione ansiogena della delirante fratellanza Fair. Due occhi attoniti davanti l'arcobaleno della socialità.

Essere strano è la felicità di essere sempre scartato.

Si scende in garage, poster di Che Guevara, Devo e Barbra Streisand. Si suona con limiti, sprazzi sublimi e ridendo al pensiero di essere i Fugs del quartiere.

Una bozza dada surrealista. "Il grido di Munch" del noise/lo fi

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