Ragazzi, sono pronto al linciaggio. A me gli Hammerfall piacciono! Va bene, non scenderò troppo in considerazioni sulla tecnica, sulla (non) originalità, eccetera, ma 'sti cinque coglionazzi fanno musica che mi diverte al massimo. I testi sono ineguagliabili, credo che se gli svedesi invece che essere seriosi si prendessero un po' in giro avrebbero molto più successo. Cavalieri, spade, scudi, metallo pesante e battaglie sotto l'unica parola d'ordine: Steel.
Questi sono gli Hammerfall, sicuramente sono dei cazzoni, ma intanto dei meriti secondo me li hanno: aprono la strada al metal a tanti ragazzini, attirati dalla loro pomposità, e soprattutto, hanno segnato un momento ben preciso nella storia del power metal. Ormai questo genere ha subito la scissione in pre e post-Hammerfall.
I pezzi sono i soliti, si svaria dal power metal più classico al ben più presente hard rock (con suoni metalosissimi) figlio dei pellicciati Manowar, nulla di nuovo insomma. Ma è così che funziona: sentitevi "Riders Of The Storm", e diventerete "tutt'uno col vento, difensori del creato"... O ancora "Hearts On Fire", e "brucerete dal desiderio"(cito i testi), magari di farvi quattro sane risate. Inutile citare gli altri pezzi, è sempre la stessa storia.
Le uniche per cui spendere due parole sono la strumentale "In Memoriam", scritta in tributo al caro Chuck, divenuto amico della band dopo il tour degli scandinavi con i Control Denied, e la cover di "Rising Force" di Malmsteen, nella quale i musicisti dimostrano che se volessero(ma non sempre è così) potrebbero suonare cose decisamente più difficili (si sente la partecipazione del grande Jens Johansson degli Stratovarius, che duetta col fratello Anders).
Insomma, se volete staccare, non avete voglia di infognarvi in ascolti impegnativi o lunghi, buttatevi sugli Hammerfall: risate a profusione ed headbanging garantiti. Li voglio a Zelig!
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