In uno dei consueti tour informativi nel mondo di you tube, saltando tra generi opposti e disparati, mi ritrovo dopo una decina di video lounge e trip hop, a leggere un tale titolo: "Hammond Express - Cuban Breeze", con tanto di coloratissima e avvincente copertina. Trovo quindi nel nome del pezzo una sorta di buona promessa per riscattarmi da quegli ascolti precedenti, mielosi e apatici. E in effetti, per sommi capi, in qualche modo questa rivalsa è arrivata; ascolto il pezzo cercando di capire quanto di cuban ci sia al suo interno (poco) e, mentre ascolto, il video mostra la copertina interna dell'album con i nomi della line up: Francesco Gazzara, hammond, Massimo Sanna, basso, Eduardo Piloto Barreto, flauti, Mirtao, percussioni, Giovanni di Cosimo, flicorno, Sir Blofeld, contrabbasso. I nomi italiani ovviamente non fanno che accendermi una curiosità che va oltre un primo ascolto distratto, così mi documento, e passo questa bella oretta alle prese con questo disco.

Rendez-vous è un album del 2003, carino tutto sommato, tranquillo, e sicuramente confacente al sound della Scenario Music.

Da un primo ascolto capisco che si tratta di composizioni perennemente "felici" e allietanti, con sonorità vintage dichiarate, persistenti, ma purtroppo troppo poco originali.

L'esecuzione è sicuramente buona, e blues come "Everybody In The Sauna", "Modern City Blues", "Shocking Beat" ne sono la comprova: soli ricchi (forse un pò troppo) di tradizione jazzistica, linguaggio fluido e consapevole. Ascolto quindi il tutto, che mi sembra da una parte l'ennesimo tentativo di fondere determinati e vari generi, dalla samba al funky all'elettronica (il che certo, non può dispiacermi), dall'altra un lavoro un pò fievole e poco ambizioso.

Tiro quindi le prime somme: composizioni gradevoli ("Doo Doo Cha") ed esecuzioni accettabili (sebbene un po' "spente"). Sound come dicevo, mutuato dalla tradizione dei tanti che hanno fatto dell'hammond uno strumento verace, dinamico e propulsivo...

Ma questi qui di propulsivo purtroppo non hanno proprio niente! Manca lo spirito di fondo per suonare questo genere, e lo si evince dalle parvenze nu jazz che danno molto spesso ai loro pezzi (forse per sopperire appunto alla mancanza di verve...), che appaiono povere e artificiose.

Sicuramente un album ascoltabile e un buon sottofondo, con tante idee belle (penso a "Mexico 70") ma niente più. Un  Medesky Martin & Wood con qualcosa di  assopito, affettato e stereotipato.

Oserei arrotondare per eccesso, per quanto siano compatrioti...

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