Parto da lontano. Ma come potrebbe essere altrimenti se parliamo di qualche cosa, come 'Il Codice', che nella pratica avrebbe quasi quattromila anni.

'Verba volant, scripta manent', dice la famosa locuzione latina attribuita a Caio Tito e quale maniera può in qualche modo cristallizzare nel tempo delle parole, qualche cosa e un qualsiasi concetto, più che scolpire questo sulla pietra.

Hammurabi fu un grande sovrano, re di Babilonia, che unificò sotto il suo dominio tutta la regione della bassa Mesopotamia e che governò per una quarantina di anni stando alle ricostruzioni storiche. Fu uno dei più grandi re dell'età antica? E chi lo sa. Insomma, voglio dire, le mie conoscenze storiche sono limitate. Mi considero, affatto uno studioso, più che un appassionato, un semplice interessato ai fatti storici come potrei esserlo di musica e di cinema oppure di letteratura. Mi piace sapere le cose. Tutto qui. Però non posso allora in questo senso esporre dei fatti che abbiano una qualche rilevanza sul piano scientifico e comunque, quali sarebbero i parametri per definire la grandezza di un re. Come di un qualsiasi altro individuo del resto. Le variabili in ballo sarebbero così tante che oltre la x e la y, non basterebbe neppure la z. E poi ognuno potrebbe avere di che obiettare e considerare dei parametri più rilevanti che altri e viceversa.

Che vi devo dire. Pensate quello che vi pare, ma c'è una cosa che in qualche modo ha consegnato questo grande re alla storia dell'umanità e che in qualche modo lega tutti noi che mettiamo su carta le nostre considerazioni e i nostri pensieri e tutte le nostre idee oppure semplicemente quello che ci succede. Cioè il famoso Codice.

Adesso io non lo so se questa sia la prima volta (pare che sì) che un re oppure un sovrano, una alta istituzione, si sia preso la briga di mettere nero su bianco e di mettere per iscritto delle regole, che certo egli stesso aveva istituito e incontrastato perché detentore del potere assoluto conferitogli per discendenza e direttamente dagli dei, ma che proprio per questa ragione, perché le aveva scritte, egli stesso si impegnava a seguire e fare rispettare. Che poi per carità, non ci metterei la mano sul fuoco sul fatto egli stesso per primo le abbia sempre fatte eseguire alla lettera ma è evidente che a distanza di quattromila anni, be', questa cosa non è che sia poi tanto importante.

E comunque mi voglio dedicare a quello che era il suo intento. Perché mai un sovrano assoluto si sarebbe dovuto prendere la responsabilità verso se stesso e gli altri di stabilire delle regole. Lo fece sicuramente in qualche modo per mettere ordine, era una scelta politica e in qualche modo un segno dei tempi, perché si cominciavano a creare strutture sociali organizzate e più complesse, ma sicuramente anche per quella che si potrebbe ritenere una manifesta dichiarazione di intenti. Una manifestazione di volontà che come tale per lui aveva e avrebbe dovuto avere nel tempo un significato storico suo personale e a prescindere dal fatto che io, noi siamo qui a commentarlo ancora dopo quattromila anni.

Non mi addentrerò nei contenuti, che trattavano di questioni che considererei oggetto di materia legislativa civile e giurisprudenziale pure relativamente fatti storicamente rilevanti come lo status quo e la determinazione dei salari, oltre che le norme sicuramente più celebri. Quelle di materia 'penale'. Le cosiddetta legge del taglione: occhio per occhio, dente per dente. Un codice penale che ironicamente, che cazzo, dopo quattromila anni ce lo possiamo permettere, potremmo definire sicuramente come, 'severo, ma giusto'. Efficace. Come doveva essere stata efficace e vincente la scelta di promulgare il codice e metterlo per iscritto. Che, badate, fu un atto rivoluzionario.

No. Non parlerei di una qualche forma neppure primitiva di democrazia e poi in fondo ancora oggi vi è chi considera le leggi qualche cosa che è predisposto esclusivamente allo scopo di danneggiare i più deboli a favore del potente, ma io che non sono azzecca-garbugli e neppure portatore di capponi, devo dire che non la penso francamente così e ritengo invero di vivere all'interno di un sistema democratico.

Il punto è che viviamo in una sistema democratico ma quanto siamo effettivamente attivi al suo interno? E spostiamo allora l'attenzione dal sistema nel suo complesso al singolo individuo. Hammurabi non è stato un campione di democrazia ma in qualche maniera, mettendo per iscritto il famoso codice, egli e egli solo mise in qualche modo per forza in discussione se stesso prima di essere discusso dalla storia. E quante volte avrà riguardato tutta la propria esistenza, rivivendola come una vecchia videocassetta le cui immagini scorrono all'indietro in rapida successione mentre il nastro si riavvolge, confuse e frammentarie ma come potrebbe essere altrimenti in un barlume di coscienza e consapevolezza di sé sorprendente per un uomo vissuto quattromila anni fa, e quante volte avrà sbagliato e quante volta avrà pensato che quello che aveva scritto poteva essere giusto oppure sbagliato.

Scripta manent, ma è lo stesso per tutte le cose che facciamo nella nostra vita giorno dopo giorno e chissà che anche qualche atto apparentemente irreparabile, come il taglio di una mano, non possa invero essere in qualche modo argomentato. Discusso. Rielaborato. Del resto la legge è legge e come tale deve essere inequivocabile e pienamente comprensibile e accessibile a tutti, ma essa si presta anche a interpretazione. Agite quindi, per Dio oppure Marduk che si voglia, marcate su pietra i fatti della vostra esistenza e se tradite voi stessi, se uscite fuori da quelle regole che voi stessi avete stabilito, continuate a vivere lo stesso perché in fondo è questo quello che ha fatto Hammurabi. Non lo ricordiamo per la sua magnanimità o la sua grandezza e la sua coerenza al suo personalissimo codice. Ma per il semplice fatto lo abbia fatto e che questo giusto o sbagliato che fosse, sia rimasto invece che essere nascosto oppure distrutto e magari per volere stesso del suo ideatore. Se poi ha sbagliato, pazienza, il re era lui e giustamente poteva fare quello che cazzo gli pare. Non ci sono tavole che tengano. In fondo le leggi sono fatte anche per essere violate. Dopo allora è tutta solo una questione di equilibrio.

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